Per provare che l'immigrato ha regolarizzato la sua posizione basta mostrare il cedolino che attesta l'emersione dalla clandestinita'. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha messo in chiaro come il giudice non puo' chiedere all'immigrato la prova che le prefetture abbiano ricevuto i bollettini che documentano l'emersione dalla clandestinita'. Con questa pronuncia, la Prima sezione civile ha dato ragione ad una cittadina moldava, Liliana P. che nel novembre del 2002 si era vista espellere dal nostro territorio dal Prefetto di Brescia perche', a suo dire, la donna, entrata clandestinamente in Italia, non aveva provato a sufficienza di essersi messa in regola con la sanatoria del 2002. Secondo la Prefettura, la cittadina moldava doveva provare che la pubblica amministrazione aveva ricevuto la sua pratica di regolarizzazione. Un ragionamento non condiviso dalla Suprema Corte alla quale si e' rivolta l'immigrata che ha criticato il verdetto bresciano 'per non aver preso atto dell'unica documentazione probante l'invio della dichiarazione di emersione, vale a dire i due bollettini inviati per posta'.

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