Una novità che darà ai contribuenti la possibilità di assolvere ai propri obblighi fiscali in un momento di grave crisi economica

D'ora in poi le tasse potranno essere pagate attraverso la cessione delle opere d'arte allo Stato.

La novità, che darà ai contribuenti la possibilità di assolvere ai propri obblighi fiscali, in un momento di grave crisi economica, e al contempo, di consentire allo Stato di riacquisire patrimonio storico ed artistico, è stata annunciata dal ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, nei giorni scorsi, a seguito della firma del decreto di ricostituzione della commissione che valuterà le proposte di cessione e il loro valore.

In realtà, non si tratta proprio di una novità, giacchè la legge che consente tale tipo di operazioni esiste già da oltre trent'anni (l. n. 512/1982), tuttavia, non è stata mai applicata con convinzione e la commissione non si è più riunita fin dal 2010, data dell'ultimo decreto di ricostituzione.

Con la nomina dei componenti dell'organo consultivo (indicati dal ministero dei beni culturali e da quello dell'economia e delle finanze), avvenuta tramite d.m., la commissione potrà quindi nuovamente valutare le proposte di cessione, stabilire le condizioni e il valore delle opere, quale corrispettivo per il pagamento, totale o parziale, delle imposte del cedente.

Le opere d'arte cedibili possono consistere in beni mobili e immobili culturali vincolati e non vincolati (arte contemporanea, sculture, quadri, libri antichi, ville, ecc.), mentre le imposte che potranno essere pagate sono quelle sul reddito delle persone fisiche e quelle di successione.

La domanda, senza particolari formalità, potrà essere presentata sia all'agenzia delle entrate che agli uffici periferici ministeriali nel comune di residenza.

Il valore dei beni offerti in pagamento verrà quindi stabilito con decreto del Mibact e del Mef, sentita l'apposita commissione. 


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