Ha del paradossale - ma nemmeno poi tanto (visto che non è il primo caso) - la vicenda di un 35enne miranese che, costretto agli arresti domiciliari per il reato di rapina impropria (posta in essere per tentare di rubare una bicicletta), fa di tutto per farsi incarcerare. 

Spinto dalla disperazione di sentirsi abbandonato da tutti e dalla mancanza di mezzi di sostentamento, il giovane è evaso più volte dalla sua abitazione con la precisa volontà di farsi arrestare - e poter procurarsi, così, almeno un pasto caldo! Solo alla quarta uscita non autorizzata, il 35enne evasore è stato fermato dalle forze dell'ordine, ma anziché "spedirlo" in prigione, il magistrato di sorveglianza competente ne ha disposto l'affidamento a una comunità protetta (insomma vitto e alloggio come voleva e soprattutto possibilità di avere un aiuto concreto per il reinserimento sociale). 

Data la relativa lievità del reato commesso, la prima finalità della misura disposta dal Magistrato è, infatti, il recupero sociale del soggetto

Un caso singolare, che potrebbe suscitare qualche riflessione riguardo le disposizioni del recentissimo "Decreto Carceri" in materia di custodia cautelare extracarceraria...




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