di Paolo M. Storani - Venti di guerra spirano per i vari focolai di conflitto che stanno deflagrando in diverse parti del globo. Continui rombi assordanti sui cieli delle Marche, una media di tre al giorno. 

Talvolta il sorvolo avviene talmente a bassa quota che è possibile scorgere, attraverso il casco, la fisionomia del volto del pilota del caccia bombardiere.

Alcuni si esibiscono in acrobazie rischiosissime per la popolazione, a poche decine di metri d'altezza sopra spiagge frequentatissime da bagnanti agostani.

Micidiali ordigni supersonici che il refrain di una politica demenziale (colpevole da sempre di dilapidare una consistente fetta del Pil in acquisti spregiudicati, tipo F35, rifiutati da mezzo mondo, mentre taglia servizi sociali essenziali alla popolazione più fragile e bisognosa) ci spaccia quotidianamente per indispensabile armamento per adempiere ai nostri obblighi di difesa internazionale.

Dopo la tragedia della Costa Concordia sarebbe, poi, ora di metabolizzare la lezione: mai più gesti inconsulti nei mari e nei cieli che possono costare la vita di tante persone innocenti.

Ovviamente siamo a distanza di qualche ora dal fatto, avvenuto poco dopo le h.16 di oggi 19 agosto 2014, ed ignoriamo le cause dell'impatto, che potrebbero consistere in una tragica fatalità ascrivibile ad un malore di uno dei quattro piloti in volo in quel frangente oppure ad un guasto tecnico.

I componenti degli equipaggi, tre uomini e una donna, in pratica due piloti e due navigatori, erano tutti esperti, percorrevano una via aerea autorizzata (stando alla versione resa dall'Aeronautica Militare) e, in fase di addestramento, si preparavano ad una manifestazione di autunno delle forze Nato.

Sarà un'inchiesta militare ed un'altra civile a chiarire l'accaduto, che ha esposto a gravissimo rischio un'area densamente popolata.

Già è sul posto il team di esperti subito inviato dall'Aeronautica Militare.

Sta di fatto che le conseguenze sono drammatiche ed i Vigili del Fuoco unitamente al competente Corpo Forestale dello Stato stanno alacremente all'opera per domare le fiamme.

Ora venti ettari dei meravigliosi boschi dei Monti della Laga stanno bruciando (gli animali selvatici di certo moriranno, i danni alla macchia mediterranea saranno irreparabili, altri cinquanta ettari sono a forte rischio) dopo che, questo pomeriggio, nei cieli sopra la città di Ascoli Piceno, a pochissima distanza dalle abitazioni, si è verificata una collisione tra due caccia Tornado provenienti dal Sesto Stormo di Ghedi, Brescia, da dove si erano levati in volo e dove sarebbero dovuti rientrare in serata.

Sembra che gli aerei fossero in attività di addestramento, senza nessuna tensione operativa.

A tacer del fatto che, con una logica desumibile dal Codice della Strada, l'esercitazione dovrebbe essere fatta sul mare o su qualche area desertica, non certo sulle teste della popolazione civile, alcuni cittadini di Monteprandone si sono visti i tetti delle proprie abitazioni rasentati dai due caccia inspiegabilmente a bassissima quota ed appaiati.

I testimoni hanno prima pensato ad un terremoto, stante il fortissimo boato udito a decine di chilometri di distanza.

Parti dei due velivoli della nostra Aeronautica Militare, anche uno dei motori, sono precipitati, in fiamme, quali frammenti ardenti, sulle colline di Mozzano e Venarotta, poco lontano da Ascoli Piceno.

A Casamurana la Volkswagen Golf di una famiglia che abita in un casolare bianco sembra passata sotto la pressa,qualche  metro e sarebbe stata una carneficina.

Riferisce un cancelliere del Tribunale che un aereo gli è passato a "trenta, quaranta metri da casa ...ad altezza quercia".

Brandelli dei due caccia sono sparsi in un perimetro di alcuni chilometri, a pochi passi da abitazioni e vite umane risparmiate per un soffio.

Pare, ma non è certo, che i quattro piloti siano riusciti a lanciarsi con i seggiolini, azionando il meccanismo di espulsione.

Al momento, però, sono dispersi.

La loro sorte, nonostante le ricerche, è ancora un mistero.

È atteso nelle prossime ore l'arrivo del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, Gen. di squadra aerea Pasquale Preziosa.

Alle prime ore del giorno 20 agosto 2014 l'Aeronautica Militare rende noti i nomi dei quattro componenti dell'operazione (pare, da voci della Difesa, di simulazione di guerra in zona collinare in previsione di uno show): si tratta dei Capitani Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri (di cui è stato ritrovato il tesserino), Mariangela Valentini e Paolo Piero Franzese, nell'ordine rispettivamente primo pilota e navigatore del primo e del secondo velivolo.

Il pensiero va alle loro famiglie.

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