Di Laura Tirloni - Il pensiero comune ci porta quasi sempre a considerare la donna nel ruolo di vittima di violenze e maltrattamenti. Anche attraverso i mass media tende quasi esclusivamente a passare l'immagine di un uomo vissuto come "carnefice", e di una donna vissuta come bersaglio della rabbia e dell'aggressività maschile. Il che in molti casi rappresenta la verità. Ma c'è un'altra realtà che invece tende a non venire menzionata, tanto da apparire quasi inesistente: quella degli uomini che subiscono violenze, all'interno e fuori delle mura domestiche.

Tendenzialmente, la violenza che le donne esercitano sugli uomini è in prevalenza di tipo psicologico, e si esprime attraverso varie forme di rifiuto, accuse infondate, insulti, svalutazioni. La violenza fisica, molto più rara, si manifesta per lo più con colpi inferti al volto, all'addome, con morsi, lesioni da uso di forbici o altre lame.
La donna punta a denigrare l'uomo nel suo ruolo di amante e di padre, diffamandolo nel privato ma anche nel pubblico o sul posto di lavoro, allo scopo di attaccarne la mascolinità e di favorirne l'isolamento sociale.

La violenza femminile tende ad essere spesso giustificata in quanto riconducibile a sottostanti condizioni di malessere (depressione post - partum , menopausa, auto-difesa). Quindi, anche quando la donna mette in atto comportamenti aggressivi o violenti, questi tendono più facilmente a venire inquadrati come risposte di difesa rispetto a provocazioni subite, il che alcune volte rappresenta la realtà, ma non sempre, ovviamente.
Poter individuare quelle donne che attuano comportamenti improntati alla violenza può rappresentare un importante passo per offrire loro un aiuto concreto e costruttivo.

Inoltre, mentre una donna vittima di maltrattamenti può trovare supporto presso numerosi gruppi di auto-aiuto, associazioni o anche attraverso il sostegno di amiche e delle altre donne in generale, gli uomini tendono maggiormente a vivere i maltrattamenti subiti con senso di vergogna o come un attacco alla propria mascolinità e quindi sono più propensi ad occultarli.

Non sono infrequenti anche i casi di violenza maschile nei confronti delle donne generati da reiterati atteggiamenti di svalutazione da parte di quest'ultime. In tali situazioni, le donne tenderebbero a istigare la rabbia maschile, che al contrario si esprime maggiormente a livello fisico, (risultando più facilmente evidenziabile e perseguibile), rientrando poi nel ruolo di vittime.

Una realtà meno frequente quella della violenza subita dagli uomini, meno conosciuta sicuramente, ma che non può passare del tutto inosservata.

Laura TirloniLaura Tirloni - Pagina del profilo
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