E' valida la consegna della cartella esattoriale di Equitalia nelle mani della domestica. A sancirlo, la sentenza della Cassazione n. 7379 del 28 marzo 2014, secondo cui la Colf è una persona che agisce nell'ambito familiare del destinatario dell'atto e gode pertanto della necessaria fiducia di quest'ultimo e dei suoi conviventi. Si presume quindi che da essi sia abilitata anche a ritirare la corrispondenza.


A nulla è valso il tentativo di opporsi da parte di un socio accomandatario di s.a.s. avverso due intimazioni di pagamento a beneficio dell'Inps e dell'Inail, ricevute dalla domestica. Si è, infatti, applicata per analogia la norma sulle notificazioni a mezzo di ufficiale giudiziario - contenuta nell'art. 139, II c.p.c. -, ai sensi della quale: le notifiche sono ritenute valide se ricevute - in mancanza del destinatario stesso - da familiari con questo conviventi o da persone addette alla casa, all'ufficio o all'azienda. 

La domestica - ancorché impiegata con orario part-time e non regolarizzata con contratto di lavoro "stabile" - viene dunque considerata "persona addetta". 

Secondo gli Ermellini, inoltre, il fatto che la lavorante comunque si trovasse all'interno dell'abitazione fa automaticamente ritenere che avesse il consenso del destinatario, o dei suoi familiari, a ricevere le notifiche.


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