Dr Luigi Vitale,

Keynes descrisse questo fenomeno già nel 1936, oggi dopo quasi 70 anni torna quanto mai attuale. La situazione, da considerarsi drammatica, è quella che deriva da un periodo continuato di deflazione. Eventi causali, come una sostanziale riduzione dei consumi, abbinata spesso alla contrazione della domanda e alla insufficiente quantificazione dei salari e un aumento della disoccupazione, portano ad un generale abbassamento dei prezzi.  

Un evento opposto, quindi, a quello dell'inflazione.

La crisi attuale, cioè l'allontanamento di quella situazione ottimale che prevede un inflazione controllata stabilizzata ad un valore del 2% , si sta combattendo con ogni mezzo dalle nostre istituzioni, in particolare dalla Banca Centrale Europea e in quel sito, dal governatore Mario Draghi e dalla commissione composta dai governatori delle BCN dei singoli Paesi membri.

Quali sono le armi a disposizione per combattere questa distorsione del mercato ?

Intanto il primo passo è quello di aumentare la velocità e la quantità della moneta circolante effettuando, all'uopo, acquisti di titoli pubblici nel mercato secondario, (ricordiamo che per statuto la BCE, non può effettuare acquisti diretti nel mercato primario di titoli governativi); accanto a questa operazione il mandato istituzionale conferito dal TFUE consente di abbassare i tassi di riferimento bancari. Operazioni queste, che sono state implementate in questi ultimi anni non solo nell'Eurozona, ma anche negli USA di Obama e nel Giappone di Abe.

Cosa succede se queste misure risultano insufficienti ?

Lo spazio di manovra dei governatori delle banche centrali è necessariamente limitato. La politica monetaria così come è stata insegnata dai più grandi Maestri da molti riconosciuti, cioè J.M.Keynes e Milton Friedman (che paradossalmente rappresentano due scuole di pensiero contrapposte, il primo più statalista/socialista e il secondo invece liberista/anarchico) non può insistere, ovvero non può comprare titoli all'infinito, ne può far scendere il tasso primario oltre lo zero.

Siamo quindi in trappola.

Ecco allora che l'idea principale di Keynes, quella cioè di insistere con le operazioni dirette alla crescita della domanda aggregata appare come l'unica via di uscita.

Ma se gli operatori commerciali non investono proprio perchè le aspettative di mercato non sono positive, chi deve necessariamente muovere il primo passo ?

A questo punto non ci possono essere più dubbi, come spesso ha ripetuto l'economista inglese, deve essere lo Stato a dover intervenire, e questo lo può fare solo attraverso l'aumento dei salari, cioè quello che stanno effettivamente operando Obama e Abe nei loro rispettivi Paesi. Aumenti che riguardano i dipendenti pubblici e che fanno da impulso per la revisione di quelli privati. Stimolando l'economia direttamente e indirettamente.


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