di Barbara Luzi - La Corte di Cassazione con la sentenza n° 26413 del 18/06/2013, interviene su di un caso di alimenti scaduti in una mensa ritenendo il ricorso fondato ed annullando la sentenza di primo grado senza rinvio perché il fatto non sussiste.

Il ricorso alla Suprema Corte viene proposto avverso una condanna emessa dal Tribunale di Parma nei confronti del Direttore di una mensa. Il Giudice di primo grado aveva ritenuto questo soggetto colpevole del reato di cui all'art. 5 c. 1 lett. b) della Legge n° 283/1962 e lo aveva condannato alla pena di Euro 1.500,00 di ammenda, poiché all'interno della mensa in questione erano stati rinvenuti durante un'ispezione degli alimenti scaduti.Oltre ai generi alimentari con data di scadenza superata ovvero privi di tale indicazione venivano trovate, durante l'ispezione, anche confezioni di carne non stoccata regolarmente.

Il condannato proponeva ricorso per cassazione per 2 motivi:
- inosservanza o erronea applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto nell'applicazione della legge penale;
- mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione, quando il vizio risulta dal testo del provvedimento impugnato ovvero da altri atti del processo specificamente indicati nei motivi di gravame.
poiché secondo quanto sostenuto dalla sua difesa il superamento della data di scadenza degli alimenti integrava la fattispecie dell'illecito amministrativo e non quello degli alimenti in cattivo stato di conservazione (illecito quest'ultimo con carattere penale); e del fatto che non si poteva rinvenire nel suo comportamento alcuna colpa perché il controllo sulla scadenza degli alimenti era in realtà demandato al personale con mansione di cuoco che aveva concretamente uso e manipolazione di detti alimenti.

Gli ermellini hanno ritenuto fondato il ricorso perché in effetti la mancanza della data di scadenza o il superamento della stessa integrano il solo illecito amministrativo ex artt. 10 c.7 e 18 D.P.R. 109/92, per quanto riguarda, invece, il confezionamento della carne non regolare di questo non venivano date indicazioni specifiche e pertinenti sul cattivo stato di conservazione.

La Corte, pertanto, annulla senza rinvio la sentenza impugnata.

Barbara Luzi - barbaraluzi@libero.it
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