Avv. Elisa Brocchi - A volte succede: un buon ricorso, una sentenza di accoglimento, la gratificazione professionale e la soddisfazione del cliente. E' accaduto con la sentenza del TAR Toscana che ha dichiarato l'illegittimità della composizione e della modalità di valutazione adottata dalla commissione giudicatrice del concorso per dirigenti scolastici. Sentenza chiara nell'annullare una procedura concorsuale gravemente illegittima e nel condannare l'Ufficio Scolastico Regionale al rimborso delle spese con invio degli atti alla Procura presso la Corte dei Conti.

Di fronte a questa realtà giuridica innegabile -e ferma ovviamente la facoltà dell'appello- lasciano di stucco le affermazioni dell'assessore Targetti e del dirigente CGIL Rapezzi che, entrambi, invocano a gran voce una soluzione "politica" della vicenda e cioè una norma ad hoc che faccia carta straccia della sentenza e renda lecito ciò che è illegittimo. L'assessore alla cultura per la posizione che ricopre e la funzione che è chiamata a svolgere dovrebbe stigmatizzare lo svolgimento di un concorso privo di imparzialità e trasparenza e non cercare in tutti i modi di applicare la logica del fatto compiuto, pretendendo di tutelare un non meglio specificato "diritto di fatto" maturato dai pretesi neo-presidi (Corriere Fiorentino 22 e 23 aprile 2013).

Il dirigente CGIL dovrebbe chiarire cosa dirà a coloro che hanno fatto e vinto il ricorso con l'appoggio del medesimo sindacato dopo aver affermato che anche la Cgil sta vagliando con il proprio legale «la possibilità di stare al fianco dei propri iscritti che volessero ricorrere contro il Tar.» (Il Tirreno 23 aprile 2013 riportato anche in www.firenze.cgil.it/2013/scuola.htm).

Ciò che indigna è la sbandierata e ferma volontà di ignorare che la procedura seguita è stata sostanzialmente -e non solo formalmente- illegittima e l'artefice del caos per cui ora si stracciano le vesti è proprio l'amministrazione che non è stata in grado di applicare quei fondamentali e basilari principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza cui deve sempre essere improntata l'azione pubblica.

Con un ribaltamento della realtà per questi signori è la sentenza la causa dei problemi e non l'illegittimità della procedura posta in essere dall'Ufficio Scolastico Regionale. Nella stessa logica distorta quindi viene ricercata e invocata la soluzione c.d. "politica" che tale non è se con questo termine si intende l'operare per il bene comune, mentre in questo caso si tratterebbe di consolidare posizioni che sono state illegittimamente raggiunte e per tale motivo annullate.

A nessuno viene in mente che se un concorso è illegittimo è possibile che i "vincitori" siano tali a scapito di chi in una procedura corretta sarebbe potuto risultare più meritevole?
Avv. Elisa Brocchi

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