Ci sono storie che sembrano poter essere perfette ed eterne, ma che in realtà (o per colpa della realtà) finiscono col rivelarsi imperfette e dal finale brusco e inaspettato. Capita purtroppo quotidianamente.

Proprio ad onorare e cercare di fare chiarezza su una di queste storie interverrà il nostro Paolo Storani nel programma UnoMattina, il giorno 25 marzo alle ore 11:00. Lo farà per dare voce al dolore di una donna, Melly (vero nome Meleqe) Kodra, nazionalità italiana ma cultura greca. Una cittadina del mondo che anni fa ha deciso di trasferirsi a Massa Carrara, e qui passare la vita con il suo amato marito, Luigi Casotti.

Un vero colpo di fulmine scoccato in un areoporto (del resto da una cittadina del mondo non ci si poteva aspettare location più azzeccata), quello di Zurigo per l'esattezza, nel Natale 1993. Troppa la neve per permettere agli aerei di decollare, e nell'attesa Cupido ha deciso di colpire due giovani, tra tanti: Melly e Luigi. Lei in viaggio (mancato) per Atene, dove lavorava per la Camera dei Balcani, lui per l'Italia, dove prestava servizio come carabiniere. Ma l'uomo aveva mille talenti, tra cui la pittura, la poesia e la fotografia, ed una profonda passione per la ricerca storica, coltivata in collaborazione con la Normale di Pisa. Melly ne restò incantata e dalla loro unione nacque anni dopo Maria Maddalena, cresciuta in simbiosi con il suo meraviglioso papà.

Ma come ho premesso le storie belle e perfette non esistono nella nostra imperfetta realtà, ed anche Melly e Luigi non ne sono stati esentati. La loro imperfezione però è frutto di errori umani, che forse potevano essere evitati. Errori commessi da medici e che a Luigi sono costati la vita. Ed a Melly e Maddalena un dolore, quello sì, eterno.

Luigi venne ricoverato per la prima volta il 31 maggio 2009, per dolori gastrici e vomito, presso l'Ospedale civico di Massa. Si esclusero problemi cardiaci, di cui l'uomo aveva sofferto in precedenza, oltre che di eventuali disturbi legati alla sua ipertensione. Si optò dunque per una terapia farmacologica e non chirurgica. Gli esami eseguiti mostrarono l'insorgenza di problematiche varie, così come l'aumento di alcuni valori. La diagnosi indicava una Colecisti acuta, con sospetta Colite biliare, dovuta a Gastrite cronica.

Così il 12 giugno Luigi venne dimesso con il solo suggerimento di seguire una dieta a basso contenuto di grassi. Eppure la cartella venne inspiegabilmente trattenuta, così che il medico curante di Luigi, il Dott. Marcon, non poté analizzarla. Nella lettera di dimissione si segnalò la TC toracica fissata di lì a poco, per poter indagare su un nodulo polmonare sospetto, rivelato da un esame radiografico fatto durante il ricovero.

Tutti i sintomi mostravano i prodromi di una malattia ben più grave di una Colecisti, un tumore, ormai diffuso e aggressivo, e che i medici avrebbero dovuto cogliere. O che forse avevano fatto quando ormai era troppo tardi, tanto che anche i risultati di una biopsia eseguita il 31 luglio 2009 spariscono. Impossibile recuperare il referto, così come e cartelle. Che ricompariranno in un secondo tempo, a fogli volanti, così da essere incomplete e poco attendibili.

Un ulteriore esame citologico, compiuto il 7 agosto, rivelò la presenza di rare cellule metaplastiche. Luigi, da bravo toscano, festeggiò a Ferragosto con gli amici lo scampato pericolo. Purtroppo la situazione iniziò a precipitare, il 12 dicembre un nuovo ricovero per la comparsa di ittero e l'aumento di tutti i marcatori tumorali. Proprio il giorno di Natale un altro ricovero per forti dolori agli arti inferiori; un'ecografia mostrò il fegato di dimensioni abnormi e lesioni metastatiche. A questo punto i medici non potevano più fare nulla, se non aspettare la morte. Che Luigi ha voluto avvenisse nella sua amata Garfagnana.

Luigi è morto per un carcinoma diffuso, il primo gennaio 2010. Ed ironia della sorte, il referto con la diagnosi è arrivato ben cinque giorni dopo il decesso. Un clamoroso esempio di grave ritardo nella diagnosi, che poteva essere anticipata se solo i medici avessero colto sintomi d'esordio comuni come l'ittero o i dolori addominali e il vomito. Sintomi che avrebbero dovuto imporre un sospetto diagnostico meritevole i approfondimento accurato, come sottolineato dal Prof. Francesco De Stefano dell'Università di Genova, consulente nel caso.

Il tumore inoltre avrebbe dovuto essere operato chirurgicamente, seguendo i protocolli che regolano casi simili, e che sono in grado di allungare le aspettative di vita, anche nel caso in cui i tumori non vengano asportati completamente. A Luigi inoltre non furono somministrate nemmeno cure palliative o analgesici, men che meno radioterapie o chemioterapia. Niente di niente per tentare almeno di alleviare le sofferenze di quest'uomo.

Melly vuole ora delle risposte e che i responsabili rispondano delle loro azioni. Non le può certamente bastare la risposta asettica che ha ricevuto il 24 aprile 2011 dal Dirigente dell'ufficio Affari Legali e Contenzioso dell'Ospedale di Massa, e che così enuncia: "Una diagnosi precoce, sempre che fosse stata possibile fin dal maggio 2009, non avrebbe influito né sull'evoluzione della malattia, né sul prolungamento del periodo di vita rispetto a quello realizzatosi". Ribadendo che l'operato dei sanitari era stato corretto stante la difficoltà di diagnosi del carcinoma e l'andamento particolarmente aggressivo della malattia.

Melly, con l'aiuto di Storani, ha denunciato penalmente l'Ospedale di Massa e sono iniziate le indagini preliminari.

Tutto il nostro sostegno va a Melly e sua figlia, e al nostro generoso Storani.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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