Il patto stabilità come già detto si sta arricchendo di emendamenti, volti a modificare tutto ciò che maggiormente ha creato dissenso. E una buona dose di malcontento tra gli Italiani.

Già si è accennato all'emendamento "tartassa Paperoni" ( Monti-hood: l'uomo che rubava ai ricchi per dare agli esodati), con cui si aiuterebbero un bel numero di esodati, imponendo un contributo obbligatorio del 3% sui redditi dei super-ricchi (insomma sopra i 150 mila euro annui, che con i tempi che corrono sono pari ai fantastilioni disneyani). E sino a qui si è trattato di un'introduzione per riuscire a far comparire magicamente un po' di fondi per una buona causa di welfare.

Adesso però iniziano a concretizzarsi anche gli emendamenti sui punti del decreto considerati incivili e indegni di esistere per i più, sottoscrivente inclusa.

Prima di tutto viene abrogato il taglio ai fondi destinati agli invalidi (taglio alle indennità di accompagnamento, riduzione delle diagnosi di gravità), che tanto ha fatto infuriare Bersani, oltre che spingere centinaia di invalidi accompagnati da parenti amici a protestare concitatamente ieri davanti a Montecitorio. E per una volta la risposta alle proteste è stata immediatamente data. Anche se è più che lecito e logico pensare che ad tale ravvedimento Grilli & co. ci stessero pensando da un po', visto l'aria che tira. Un primo passo verso la posizione socialmente corretta di "cresce il welfare, cresce l'Italia", come inneggiavano i cartelli.

Ma i soldi da dove rientreranno? Il problema degli emendamenti che cancellano provvedimenti fiscali odiosi, gira e rigira è sempre quello: dove andare a pescare altri dindi. E in tal caso si è optato di farlo eliminando i tagli (di un punto) Irpef previsti per i redditi sotto i 28 mila euro. Va detto che per par condicio non verrà nemmeno ritoccata di un punto l'Iva del 10%, così almeno per qualche famiglia il bilancio della spesa non varierà (ma neanche diminuirà, ndr).

Equa? Iniqua? E chi lo sa. Non facciamo troppo i choosy e vediamo che accadrà. Al momento gioiamo perché una piccola porzione del welfare tanto duramente conquistato è stato preservato. Tanto l'Iva del 21% salirà, così il Governo andrà in pareggio .

Atro punto a favore per noi: niente retroattività per detrazioni e deduzioni, si parlerà di modifiche con le dichiarazioni sui redditi 2013. Probabile anche una revisione del tetto di franchigia di 250 euro alle erogazioni liberali e il tetto di 3 mila per le detrazioni (escluse quelle mediche).

Anche gli insegnanti dovrebbero essere risparmiati dalle implementazioni di ore settimanali, restando così alle attuali 18 ore, grazie all'approvazione in Parlamento di un emendamento presentato da Pd, Pdl e Udc. Segno di rispetto per una categoria che invece di venire valorizzata, rischia l'estinzione. E di nuovo ci si pone la questione: da dove proverranno i soldi persi? Ipotesi avanzata sinora: da un fondo costituito con affitti di immobili statali.

Insomma il Governo pare voler trovare un dialogo con le classi che più stanno boccheggiando in questo momento durissimo. Forse che abbiano letto il cartello delle associazioni di invalidi "protestanti" che diceva in maniera asciutta: "3,5 milioni di nuovi poveri vi sembrano pochi"?

E con i tassi di disoccupazione giovanile che sfiorano l'11% direi che c'è poco da liquidare la situazione con un aggettivo inglese. Ne esistono di molto efficaci anche nella nostra lingua. A me ne viene in mente uno: catastrofico. E a voi?
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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