"Macelleria messicana", questa la triste espressione usata per descrivere l'attacco della polizia ai ragazzi che si erano rifugiati all'interno della scuola Diaz, durante il vertice del G8 che si era tenuto a Genova nel 2001. A titolo informativo, la stessa espressione venne usata per descrivere la parata dei cadaveri di Mussolini, della Petacci e di altri gerarchi fascisti in Piazzale Loreto.

Quella della Diaz è una vicenda che per anni ha diviso l'opinione pubblica, da una parte chi ha considerato l'azione della polizia come lecita e necessaria, dall'altra chi l'ha condannata come atto barbarico. Ricordiamo che vennero arrestate e ferite circa 93 persone.

La Giustizia ha optato per la seconda versione, condannando chi era ai tempi ai vertici della polizia, e quindi diretti responsabili degli ordini impartiti ai poliziotti, e i poliziotti stessi. La Corte d'Appello di Genova nel 2010, ha stabilito che la polizia ha tenuto una "condotta cinica e sadica, in nulla provocata dagli occupanti la scuola, tanto che il comandante del VII nucleo Fournier, con acrobazia verbale tanto spudorata quanto risibile, ha dapprima parlato di 'colluttazioni unilaterali', per poi finire con l'ammettere la reale entità dei fatti, per descrivere i quali ha usato la significativa e fotografica espressione 'macelleria messicana' ".

La sentenza è stata portata al vaglio della Cassazione, sperando in un ribaltamento totale del verdetto. Così non è stato e la V sezione penale della Corte, come riportato nella sentenza 38085/2012, ha convalidato le condanne per falso aggravato nei confronti degli allora vertici della polizia, e dichiarato invece come prescritti i reati di lesioni aggravate per i poliziotti. 186 pagine in cui non si fanno sconti né ai dirigenti né ai poliziotti, in cui i relatori Piero Savani e Stefano Palla parlano di "condotta cinica e sadica degli operatori di polizia", di "un massacro ingiustificabile". Citando più volte l'espressione "macelleria messicana", che la Cassazione definisce quanto mai "significativa e fotografica" dei fatti accaduti quella notte. Nella sentenza

viene criticato l'atteggiamento degli allora vertici della polizia, tra i quali Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Vincenzo Canterini, giudicando "odioso" il loro mancato pentimento, o perlomeno "ravvedimento", dell'assalto alla Diaz.

L'irruzione della polizia alla Diaz, nella notte del 21 luglio 2001, e' stato un "puro esercizio di violenza", un "massacro ingiustificabile da parte degli operatori di polizia", oltre ad aver causato "discredito sulla nazione agli occhi del mondo intero". Parecchie vittime erano infatti straniere. La sentenza mette in evidenza come l'intervento delle forze dell'ordine sia stato caratterizzato da una "mancata indicazione per via gerarchica di ordini a cui attenersi", tanto da presupporre "una sorta di carta bianca nell'uso della forza connaturato all'esecuzione dell'operazione".

La Cassazione ha così descritto la violenza: "L'assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all'evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta, in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che si era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all'umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime". Parole che si commentano da sole.

In una frase si possono riassumere i fatti di quella notte: "puro esercizio di violenza".

Per saperne di più vedi: Fatti della scuola Diaz"
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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