POSTA & RISPOSTA n.351 ospita un contributo dell'Avv. Gianni SPINAPOLICE del Foro di Foggia che mi è giunto alle h.13:45 del 22 settembre 2012 dall'account gianni.spinapolice@gmail.com. Lascio la parola ben volentieri al Collega dauno: "E' vero, noi siamo spauracchio da temere! Perché facciamo valere i nostri diritti e quelli dei nostri clienti; perché conosciamo alla perfezione le ragioni del cattivo funzionamento della giustizia e siamo in grado, diversamente da chi si arroga il diritto di strapazzarci con leggi, leggine, decreti e regolamenti, di elencarle una per una proponendo i veri rimedi da attuare; perché ci battiamo contro la sordità di chi potrebbe fare tanto per la giustizia ma continua ad affossarla; perché non abbiamo paura di nessuno, men che meno della classe politica o di certi magistrati, per fortuna pochi, che si mostrano infastiditi dalla nostra presenza, ritenendosi i depositari esclusivi del sapere giuridico inutilmente molestato dalla logorroica grafomania degli avvocati; perché siamo gli operatori del diritto che sperimentano sul campo, quotidianamente, le storture di un aberrante sistema che censura duramente chi sta da una parte ma che non risponde a nessuno per il suo operato; perché protestiamo, inascoltati, nei confronti di chi ci impone le regole ma non rispetta le proprie; perché lottiamo contro l'arroganza di chi crede di stare sempre nel giusto e di avere titolo per dispensare giustizia secondo il proprio arbitrio. Con tutto il rispetto per quei lavoratori, magistrati, cancellieri, personale amministrativo, che ogni giorno svolgono con maggiore o minore scrupolo le proprie funzioni, noi siamo lo spauracchio da tenere a bada, perché esigiamo pari rispetto, in quanto lavoratori che si fanno direttamente carico delle responsabilità assunte con il proprio operato e rispondono, moralmente ed economicamente, nei confronti dei clienti.
Noi siamo lo spauracchio perché siamo liberi di autodeterminarci non avendo padroni a cui rendere conto delle nostre azioni, ma soltanto clienti a cui siamo legati da un giuramento di fedeltà. Ci vogliono imbrigliare, vogliono codificare il nostro operato, vogliono spiare nella nostra vita, vogliono decidere quanto vale ogni nostra singola prestazione, ancor prima di averla svolta, per spezzarci le reni e fiaccare ogni nostra resistenza, rendendoci simili a dei miti agnellini che soggiacciono ad ogni decisione presa nei loro confronti ed aspettano il loro destino. Non sarà mai così! Nessuno potrà privarci della dignità, nessuno potrà sminuire la nobiltà della nostra professione, nessuno potrà rallegrarsi al pensiero di avere abrogato l'Avvocatura.
Abbiamo spalle sufficientemente forti per resistere e risorgere. Continueremo, come si legge in alcune famose righe di Pietro Calamandrei, a lavorare disperatamente, fino all'ultimo respiro, per servire gli altri, per aprire la strada agli altri, arrivando alla morte senza avere potuto fare quello che ci riguarda personalmente e che per tutta la vita abbiamo dovuto rimandare a domani. Lo abbiamo scelto e non ci tireremo indietro. Mi piacerebbe che i Colleghi più giovani stringessero forte i denti, senza lasciarsi travolgere dagli effetti della stupida e maligna campagna di demolizione avviata nei nostri confronti. Avv. Gianni Spinapolice (Foro di Foggia)". Grazie, caro e soave Gianni, che mi nomini Piero Calamandrei, che abita da sempre nel mio personale Pantheon! Le Tue belle espressioni debbono essere di sprone (un termine che piaceva a Gobetti) per tutti noi.
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