Venerdì il tabloid francese Closer ha pubblicato per primo gli ormai famosissimi scatti "rubati" alla coppia reale inglese, non (per nostra fortuna) Carlo e Camilla, bensì i non-più-neo-sposi William e Kate , e forse futuri regnanti. Almeno per quel che si augurano i sudditi inglesi, dopo le 15 ore di diretta in mondovisione del loro matrimonio e le centinaia di milioni sborsati per lo stesso! Gli scatti tanto discussi sono quelli del topless della futura regina. Dopo il lato B della sorella Pippa eccoci con il prossimo tormentone: il lato A di Kate.

Gli scatti, che sono stati acquistati dalla Mondadori , proprietaria di Closer, non potevano non essere pubblicati (proprio stamattina a meno che ci siano stati ripensamenti, ma ne dubitiamo) dalla rivista diretta da Alfonso Signorini, Chi. Infischiandosene delle indignazioni di Cameron e di tutta Buckingham Palace, nemmeno prese in considerazione dal Silvio Berlusconi con la scusa che non è affar suo (la Mondadori è capitanata dalla figlia Marina, ndr). Gli inglesi comunque cercheranno di dare del filo da torcere ad una delle nostre ultime industrie ancora fiorenti. No, non l'editoria, bensì il mondo dei gossip, fatto tutto di tronisti e veline. E quando butta bene di coppie reali (ma anche consigliere regionali o olgettine vanno bene).Volete mettere?

Eppure proprio Berlusconi qualche anno fa invocò il diritto alla privacy, dopo che un paio di giornali inglesi (ma non solo) pubblicarono sue foto in vacanza a Villa Certosa. Vacanza per modo di dire, visto che il poverino aveva persino dovuto sorreggere una povera ospite sulle sue ginocchia e schilometrare con un paio si valchirie nel parco immenso di sua proprietà. Per molti di noi furono edificanti, per il Cav (come il fedele Alfi-alfano lo chiama recentemente) solo scatti rubati al privato.

Ora la stessa privacy viene invocata per due rappresentanti di una monarchia, mica due qualunque. Che hanno oltretutto l'indubbio punto a favore di non aver fatto nulla di male al proprio popolo (si beh, matrimonio a parte). E poi dov'è tutto 'sto scandalo? Dov'è lo scoop? In due tette?

Eppure è proprio su questo campo che noi perdiamo vergognosamente, sull'etichetta della tetta. Per gli italiani è normale ritrovarsi giornali zeppi di topless di ministre (o meglio ex), deputate e aspiranti tali, mogli di e fidanzate di. Quindi non dovrebbero nemmeno esserci scoop e scandali. Però purtroppo così non sarà, perché colpisce un Paese con molta più classe, diplomazia e aplomb del nostro. Dove la privacy é realmente un diritto di tutti quanti e che pertanto va difeso. E le tette "rubate" vanno difese.

Da noi diventa un concetto importante solo quando non va a ledere gli interessi di qualcuno che conta. In tal caso allora ci si impegna in battaglie con qualunque mezzo. Non mi risultano troppe testimonianze fotografiche rubate dei suoi "no bunga -bunga? no party", quindi quando si vuole certe scomode presenze sui giornali, inclusi quelli di famiglia, si possono "contenere" se non addirittura eliminare.

Allora perché il presidente di Mondadori Francia ha affermato che siccome la Mondadori è amministrata da Marina Berlusconi, il padre Silvio non può essere crocifisso (anche se per me ci prova gusto a sentirsi così divinamente importante), perché nulla può fare per fermare la giostra? Non sense direbbero gli inglesi.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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