Ecco in arrivo un nuovo sistema che, come promesso da Attilio Befera (direttore dell'Agenzia delle Entrate), aiuterà a debellare il tarlo che rovina l'economia italiana, e che ci ha portato alla crisi più profonda. No, non si tratta di fare i conti nelle tasche dei politici. Eh che, diamine. Bensì in quelle (compito assai più agevole) di circa 50 milioni di contribuenti italiani. Insomma sì, i soliti, che le tasse le pagano già. Però a detta di Befera, non tutti sono in regola; quindi è lì che bisogna andare a colpire, se si vuole sanare l'economia che ormai è più morta che viva. Non è una boutade. Purtroppo è vero. Già nel lontano 25 ottobre venne presentata la proposta, forse i tempi però non erano ancora maturi. Ora, stremati e abituati al sacrificio, ecco che l'uscita passerà quasi osservata. Come per la revisione dei calcoli Isee, con il redditometro
si vorrà verificare se lussi, udite udite, come l'asilo, l'università, la palestra, il cellulare e persino la colf (che oltretutto sono pagate in nero nella maggior parte dei casi) sono consone al reddito dichiarato. Se le voci sommate, moltiplicate per un determinato coefficiente, non rientreranno nei parametri del tenore di vita prestabiliti per una certa fascia di reddito...si dovrà sborsare, e temiamo non poco. Perché non è possibile che una famiglia con reddito di 1.200 euro possa permettersi di spenderne 400 per gli asili, 200 per attività sportive e magari pure 50 per ricaricare il cellulare. Troppo lusso, puzza di evasione.

Per il censimento dei "lussi" si terranno conto di sette macro-aree: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, attività sportive e cura della persona, investimenti immobiliari e mobiliari netti. Ben 100 voci dovranno essere compilate, sperando di rientrare nei parametri "concessi" dal proprio reddito. Altro lavoro per i commercialisti, ca va sans dire, e gli impiegati pubblici (e i tagli?).

Inoltre attenzione a dove si deciderà di fare le proprie spese. Il redditometro terrà conto anche dell'area geografica in cui avviene il "fattaccio", se l'area è depressa un'auto potrebbe costarvi un coefficiente maggiore che in una più benestante. Quindi se mandate vostro figlio all'asilo ad Ascoli Piceno e dovete pagare appunto 400 euro perché gli asili comunali scarseggiano, sarete più a rischio controllo di una famiglia (che magari guadagna il doppio di voi) di Milano e che spende esattamente la stessa cifra in asili. Città sbagliata nel momento sbagliato.

Naturalmente si terrà conto anche del numero di componenti familiari. Più componenti maggiore il coefficiente per dividere e diminuire il tasso del redditometro

. Ora una domanda. Mi è capitato di vedere in Tv un'intervista ad una casalinga padovana, tale Sig.ra Calò, madre di 13 figli e con marito che non percepisce stipendio da marzo, pur lavorando regolarmente. La signora può fare la spesa grazie alle gentili donazioni in soldi di amici e parenti. A questo punto il Governo, grazie allo strumento del redditometro, a fine conteggio elargirà soldi alla povera famiglia?

Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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