Caro Zibaldone, ho letto stamani quel che ha proclamato nella seconda metà di agosto 2012 tal Todd Akin, professione politico statunitense, nato a New York il 5 luglio 1947 (grazie, Wikipedia), e sono basito. La prima cosa a cui ho ripensato è stato agli anni formidabili del mio innamoramento per la medicina legale e delle assicurazioni alle coinvolgenti lezioni del Prof. Mario Graev, per tanti anni faro degli istituti delle Università di mezza Italia; il ricordo va alla compassione per i suicidi per impiccagione di Sassari; la brusca frase d'esordio del corso fu: "Chi non violenterebbe Ornella Muti?", un modo discutibile ma ad effetto per attirare, con una battuta ardita sull'attrice sex symbol di quell'epoca, l'attenzione di una massa di giovani con livelli di testosterone che dovevano apparirgli fuori dalla norma. Un Maestro che la sua parlata fiorentina rendeva ancor più affascinante. Un affabulatore nato. Mi diede trenta e non la lode, che, magari pecco d'immodestia, quella volta avrei meritato. Tuttora mi interrogo su come fu possibile un colpo di fulmine per una materia così, allora una materiucola per giunta. Ma tale esperienza fu preziosa perché mi consentì di acquisire i primi erudimenti di criminologia, la scienza che studia i reati, gli autori, le vittime. Qual è la differenza tra annegamento e morte in acqua? E per l'annegamento occorre di necessità la sommersione del corpo?
Seguivano proiezioni di diapositive, fotogrammi e filmati raccapriccianti; poi la vita professionale mi avrebbe riservato la partecipazione a molte autopsie. L'odore della carne umana eliso dal Vix spruzzato nel naso e quei corpi martoriati: scene visive e sensazioni olfattive che non si scordano. Più. Ricorderai quei cadaveri di persone per sempre. Prima o dopo tali meste operazioni ero solito rifugiarmi per lo sgomento nelle cappelle degli obitori. Quante domeniche trascorse così, con un senso di freddo che ti penetra dentro e non se ne va. Era tempo di stragi del sabato sera.
Ora ha fatto scalpore che quel senatore repubblicano di cui ignoravo l'esistenza sino a qualche minuto fa si sia prodotto in un'affermazione per la quale il caro Prof. Graev gli avrebbe riservato una bocciatura secca all'esame. State un po' a sentire; intervistato da un'emittente televisiva del Missouri, KTVI-TV, a proposito di gravidanza dopo uno stupro ha dichiarato: "In caso di uno stupro legittimo (n.d.r. di che cosa sta parlando?! Ma si rende conto? Le parole talora sono pietre), il corpo femminile può fare in modo di chiudere tutto ...da quanto ho sentito dai medici, si tratta di un'evenienza davvero rara.
Supponiamo che forse non ha funzionato, o qualcosa del genere ...allora, penso che ci dovrebbe essere una punizione, ma la punizione dovrebbe essere data al violentatore e non al bambino". Questo invero anomalo personaggio, che si ventila sia molto vicino a chi rivestirà il ruolo di Vice-Presidente di Mitt Romney se costui prevarrà su Barack Obama, vorrebbe sostenere che il corpo della donna sia una sorta di diga che aziona a comando le chiuse all'atto della violenza carnale. O forse, con sottolineature di stampo morale e giuridico, questo personaggio opinerebbe che, se una donna che non prova piacere, non può rimanere incinta; allora ne consegue, per converso, che, se è rimasta incinta, ha provato piacere e/o era consenziente. Il che, questo lo aggiungo io, porterebbe all'assoluzione nel conseguente processo penale!
Qualche persona munita di sano buon senso gli ha fatto presente che, secondo le statistiche, ogni anno ben 32.000 gravidanze più indesiderate di così si verificano negli Usa, talché ben il 5% delle donne che hanno la sciagura di sperimentare tale atroce trauma psico-fisico (che lascia ferite spesso non più rimarginabili), porta in grembo il lascito di una violenza sessuale.
Finanche in Italia, ove una classe indecente di politici ci ha mitridatizzati a tutto, è ignoto il concetto di stupro legittimo. Viviamo l'era del disprezzo per il corpo delle donne ed una rilettura del sontuoso libro-inchiesta di Lorella Zanardo intitolato per l'appunto "Il corpo delle donne", per i tipi di Feltrinelli - Serie Bianca, aprile 2010, €13,00, non può che aiutare a comprendere un fenomeno; un testo a tratti urticante, ma un ritratto definitivo della condizione femminile in Italia, "Lato B" anche come sottomissione eterna all'altro sesso. Del resto, sapete da quanto tempo è stato concesso alle donne il suffragio universale, vale a dire la partecipazione alle elezioni politiche? Il primo Paese ad attribuirlo fu la Nuova Zelanda, guarda un po', nel 1893, anche se nel Granducato di Toscana già dal 1848 si attribuì il suffragio ristretto anche femminile, riservato, però, alle classi abbienti. Al seggio le donne esordirono effettivamente il 2 giugno 1946, in pratica soltanto alcuni decenni fa! Aggiunto un'ultima postilla sul tema di questo pezzullo prima che qualche attento lettore me lo faccia rilevare: in effetti, nella monumentale opera di Giustiniano "Corpus iuris civilis" compare un'affermazione che suona coincidente con il pensiero del senatore statunitense Todd Akin: "una donna non può concepire, a meno che non consenta", ma, vivaddio!, vanno anche considerati i secoli di progresso scientifico trascorsi da quel, peraltro straordinario, lavoro di riordino del sistema giuridico dell'Imperatore bizantino. Adottando tale canone, potremmo continuare ad affermare che il Sole gira intorno alla Terra o trovare pratico scrivere sul papiro. Ora rientro a casa, sulla palafitta.
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