Il lavoro è realmente arduo. Come potrà il nostro Governo riuscire ad attuare tutti i decreti varati e approvati dal suo inizio mandato? Forse che Mandrake fa parte del comitato di tecnici selezionato da Monti? Battute a parte, da questo momento in poi Monti & co. avranno molto poco tempo da dedicare ad attività extra-parlamentari e ministeriali. Mancano alla voce "attuati" circa 340 decreti. Tantissimi. La mission pare veramente impossible (scusate i giochi cinematografici ma siamo in pieno Festival di Venezia!), dato che sinora il Governo
viaggia a quota 53 provvedimenti attuati, un misero 13%. Intanto il tempo passa e molti potrebbero anche non vedere mai la luce. Pensate che dei 169 provvedimenti attuativi (compresi tra i decreti Salva-Italia, Semplifica-Italia e delle Liberalizzazioni) solo 34 (!) sono stati adottati. Ne mancano all'appello ben 135 e di questi almeno 52 corre il rischio di non vedere mai la luce, perché è scaduto il tempo assegnato dal legislatore. Tutto lavoro sprecato. Tra questi citiamo il provvedimento sulla Trasparenza Documentale, che forse avrebbe fatto più comodo del decreto attuativo sulla regolamentazione delle procedure in materia di pubblicità ingannevole da parte dell'Antitrust. Ecco, forse in questo preciso momento avremmo preferito il primo, che a molti cittadini avrebbe garantito semplificazione negli adempimenti amministrativi a livello fiscale e la velocizzazione nei rimborsi o nelle compensazioni dei crediti Iva (ponendo forse fine al binomio odioso "tasse-subito-se-non-prima/ rimborso- dopo-anni").

Nessuno vuole criticare il lavoro del Governo

ma denunciare la solita stantia situazione del nostro dibattimento politico sì, è realmente un dovere morale. Forse, anzi certamente, molto di più si sarebbe potuto fare se i partiti avessero contribuito a fare il loro dovere. Almeno in questa occasione avrebbero potuto dimostrare merito e guadagnarsi la loro posizione privilegiata. Occasione sprecata. Pazienza per loro (o per noi?). Intanto ripartiamo con la "carrellata" su quel che ci aspetta entro la fine dell'anno. Certamente si punterà molto sul definire nuove privatizzazioni e semplificazioni, come previsto dal piano per la Crescita. Coinvolgerà (in parte sta già coinvolgendo) Poste, Sanità e Beni culturali. In tutto ciò rientrerà molto probabilmente anche l'atto secondo della Spending Review, che punterà proprio sulla parola crescita. Visto che il primo atto ci ha dato dentro con austerità e risparmio. Alcuni provvedimenti all'interno del decreto sulle semplificazioni hanno già visto la luce (come quelle sui fondi destinati alle Pmi) ma ne mancano molte all'appello. Una delle più urgenti, se non altro perché reclamate a gran voce da noi cittadini, è quello delle semplificazioni a livello fiscale.

C'ė poi anche il tasto dolentissimo delle Dismissioni statali. Nella Spending 1 parte del risparmio economico era ipotizzato proprio sulla vendita di beni immobili statali; ad oggi però si sta ancora cercando il come poter attuare questa via. Sulla carta infatti tutto sembrava più facile. Certo gli immobili sono stati identificati (ex-caserme, palazzi amministrativi, si parla addirittura di ministeri!) ma poi ci si è resi conto che non è così semplice vendere il pacchetto completo: non basta mica un cartello "VENDESI". E allora ecco che il nostro Governo ha chiamato in aiuto niente-po'-po'-di-meno-che due esperti di economia inviati dal governo finlandese, il segretario di Stato agli affari europei Kare Halonen e il sottosegretario alle Finanze Martti Hetemäki, per aiutarci far luce su quale strada intraprendere. A questo punto possiamo solo dire una cosa, o due. Primo: siamo messi male, ma non si erano presentate le dismissioni come via brevis o asso nella manica, al rimpinguamento delle casse statali? Secondo: siamo messi ancora peggio, non si era optato per un governo di tecnici proprio per contenere spese e non disperdere energie?

Dismissioni a parte, nel mentre attenzione perché il Governo è intenzionato a revisionare molti bonus sociali e di sostegno così da poter recuperare circa 6,5 miliardi (così è stato stimato), che serviranno a scongiurare l'aumento dell'Iva. Di questo si sta già parlando con la revisione Isee, ma anche con accertamenti veri e propri sulle condizioni di vera povertà o invalidità. Truffe spesso che allo Stato, e a noi cittadini, costano moltissimo. Forse poi si passerà anche a controllare tutti i vantaggi economici e fiscali dei nostri politici, tanto per pareggiare il conto.

Ma sappiamo che il Paese delle Meraviglie esiste solo nelle fiabe.
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Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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