PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone)
Non dico che sia necessario, però utile sì, soprattutto dalle nostre parti. Purtroppo inutile illuderci, tra l'essere conviventi sposati e l'essere solo conviventi c'è una differenza abissale. Già il fatto che siano due articoli della Costituzione distinti a definirne la natura (art. 29 per il matrimonio e art. 2 per le convivenze) la dice lunga sulla situazione. Il matrimonio resta ancora l'unica forma contrattuale riconosciuta legalmente per poter far valere diritti e doveri, che civilmente dovrebbero competere anche a chi convive da anni. Ma la legge, giustamente, è legge quindi se si vogliono gli stessi diritti di uno o una sposata, è necessario... sposarci! E pazienza se non si crede nella necessità che un qualcuno, a scelta tra sacerdote o sindaco, suggelli il nostro amore, grazie anche alla compilazione di carte su carte; e che una firma o un anello cambi dall'oggi al domani il nostro status civile, sociale e persino morale. Pazienza.
Eppure in molti non hanno voluto rassegnarsi allo status quo, forse anche stufi di non saper come chiamare la propria metà della coppia: convivente (troppo formale), compagno (da uscita in birreria o si pratica scampagnata fuori porta) o addirittura solo padre o madre dei nostri figli (se ovviamente ci si può avvalere di prole per spostare l'attenzione). Oppure partner chiamando in soccorso il solito inglese salva-tutto, grazie al suono più informale e all'uso paritario che se ne può fare tra fidanzati, sposati o semplici conviventi. Quindi stanchi di pensare a come indicare il proprio pseudo-marito o la propria pseudo-moglie sono riusciti a farsi ascoltare da qualcuno che a sua volta può essere ascoltato, che so, da un Consiglio comunale. E un domani si spera anche dal Parlamento
. Ecco allora che in molti comuni hanno risposto all'appello di coppie, sessualmente orientate come a lor pare, istituendo i cosiddetti (e da tanti contestati) registri delle unioni civili. Contestati da più parti perché potrebbero rendere lecite le unioni, non solo di già indigesti concubini eterosessuali, ma persino di omosessuali. Terribile. Oltre a poter legalizzare la poligamia, accettando di iscrivere uomini dotati di harem a seguito (che sono certa a frotte stiano facendo la coda per registrarsi). Minando la stabilità della città. Doppiamente terribile. Terribile che in un millennio dove ormai di certezze religiose ce ne sono poche, riescano però benissimo a persistere pregiudizi per le diversità. E attenzione non parlo solo di omosessualità, perché anche essere madri di figli senza avere un compagno o non essendo spostati crea non poco disturbo.

Io che mi trovo in quest'ultima situazione non ho realmente mai sognato di sposarmi, si beh certo, quando si è piccole tutte quante si sogna la bella cerimonia con abito degno di un carrozzone carnevalesco. E nemmeno riesco a comprendere la necessità di convalidare un'unione con un registro; gradirei che ciò avvenisse automaticamente che so, dopo anni di bollette condivise, di punti della patente decurtati vicendevolmente, di mobili Ikea montati (litigando, questo fa una grande differenza) durante il week-end e non recandosi a comunicare ufficialmente che si è una coppia. Però questo è un sogno assolutamente stupido e semplicistico, lo so; lasciatemi però sognare, io che odio le code e tremo alla parola burocrazia.

Quindi, ovviamente, come unica valida alternativa all'obbligo di sposarsi con rito civile o religioso che sia, c'è il Registro. Che alla fine mi è anche simpatico per il solo fatto di aver provocato indignazioni a più riprese, un perfetto mezzo eversivo in carta filigranata (almeno così immagino che sia). Ed è riuscito a mettere però d'accordo persino esponenti del Pd e del Pdl; ovviamente quelli che la domenica amano intrattenersi con lo zoccolo duro estremista e cattolico della città. Pisapia è riuscito, laddove altre città, molto meno metropolitane (come Empoli o Voghera), già erano riuscite nell'intento senza destare così tanto clamore. Ma precisiamolo senza la presenza, nemmeno così tanto oscura, della frangia dura ciellina supportata dall'intero Consiglio regionale.

Ora che abbiamo i registri, cari omosessuali ed eterosessuali, iniziamo ad accontentarci. In fondo che cosa può esserci di così diverso dallo sposarsi? Beh, certo, non potrete avere la reversibilità della pensione (ma tanto siete sicuri/e che il vostro partner mai ci arriverà?) e forse neppure avere diritto all'eredità; ma volete metterla con la possibilità di annullare l'unione dall'oggi al domani, senza le spese di un avvocato?

Smettendola così di rincorrere sogni di strascichi, perché diciamocelo che in molte e molti ci si batte per il pari riconoscimento tra convivenze e matrimonio, solo per il gusto di poter avere una bella festa e un vestito da "vongolona", che ci potremmo concedere ugualmente. Anzi si potrebbe proprio creare una bella cerimonia e festa di "registrazione" per far felici (quasi) tutti quanti.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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