Tempi duri per chi non vuole pagare le tasse, infatti i controlli fiscali si stanno facendo sempre più frequenti. Soprattutto tra gli esercizi commerciali, spesso tentati dal non emettere scontrini così come assoldare personale in nero. Lo Stato si sta impegnando a far sì che si formi una rale coscienza pubblica, così che, citando il nostro ex-ministro Padoa-Schioppa tutti si possa realizzare che "pagare le tasse è una cosa bellissima". Oddio, io personalmente non lo trovo così gratificante, sinceramente con quei soldi preferirei comprarmi un paio di scarpe (anche più di uno visti i salassi recenti); quando però posso fruire di un qualche servizio pubblico efficiente, o almeno decente, quasi quasi penso che non siano soldi buttati via. Detto ciò la Guardia di Finanza si sta dando un gran da fare e sembra non voglia saperne di andarsene in vacanza, anzi forse approfitterà delle vacanze per battere a tappeto le località marittime e non, meta di vacanzieri spendaccioni (perché é qui, si sa, che gli scontrini e le fatture si fanno più trasparenti). Da febbraio i controlli randomizzati hanno portato il loro buoni frutti: ben il 38% degli esercizi controllati, ben 20.634 (!) non erano in regola con scontrini e ricevute fiscali. Un numero da non sottovalutare, si cui addirittura 24 titolari si altrettanti esercizi sono risultati essere "fantasmi", non avendo mai nemmeno dichiarato l'avvio dell'attività; e, superfluo aggiungerlo, mai denunciato un sol soldo di incasso. Oltre a ciò, sono stati individuati anche 1.166 lavoratori irregolari. Ma ad essere finiti nel mirino delle Fiamme Gialle non ci sono solo attività commerciali, bensì anche il business della contraffazione, che impiega lavoro in nero oltre a danneggiare economicamente il nostro made in Italy (anche se io ho una mia personale teoria: chi NON può eprmettsi una borsa originale si compra una falsa.
Non il contrario). E quello degli affitti non dichiarati. Spesso infatti chi affitta seonde case al mare o in montagna deve pagare cash, così che il proprietario non debba versare nulla di nulla.
Ancor peggio la speculazione alle spalle degli studenti fuori sede, che devono sborsare cifre altissime (quasi sempre in nero); e a proprio 10.000 di questi studenti è stato inviato un questionario che lo Stato invita a compilare senza timore alcuno, per poter contenere questo fenomeno che è ralmente odioso. Oops, dimenticavo, anche i distributori di benzina sono finiti nel ciclone. Quante volte avete avuto la sensazione che i soldi sborsati non corrispondessero realmente alla benzina (o gasolio) erogati? Sono certa di si. Ebbene 201 irregolarità su 1.300 distributori. Tra le furberie preferite: pompe tarate in modo da erogare meno carburante e mancata applicazione dei prezzi esposti. E adesso quale sarà la prossima mossa? Controllare se i nostri figli emetteranno regolare fattura a ricezione della loro paga settimanale?
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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