Ormai nominare Moody's crea non poche orticarie ai nostri governatori e industriali, visto che le stoccate sui rating ai nostri servizi continuano a produrre declassamenti in caduta libera.

Settimana scorsa le affermazioni di questa agenzia (per di più con base newyorkese) avevano fatto inalberare non pochi: da Pd a Pdl, da Confindustria a Cgil. Tutti, o quasi, inferociti per i declassamenti subiti dagli analisti americani, rei addirittura di complottare a danno della nostra, già terribilmente compromessa, economia. Squinzi lancia un allarme ben preciso, affermando che "ci stanno assegnando una posizione che non è la nostra, noi siamo molto più competitivi come Paese". E prosegue addirittura ipotizzando un vero e proprio complotto nei confronti della nostra economia, per poter speculare a livello internazionale.

In realtà qualche sostenitore del suo operato Moody's ce l'ha, nella fattispecie il neo-segretario della Lega Maroni difende i de-rating operati, perché altro non sono che una mera e oggettiva constatazione dell' "insufficienza e incapacità dell'azione del governo a risolvere i problemi". Licenziando qualsiasi possibile dubbio con un "penso semplicemente che Moody's abbia registrato il fallimento dell'azione del Governo".

Nel mentre, complotto o non complotto, Moody's ha pensato bene di declassare ancora un po' il nostro Paese e la sua economia, proprio ora che lo spread ha quasi raggiunto la temibile quota di 500 punti e Monti pare un po' vacillare. Che siano avvisaglie del pre-default, che il Paese sia realmente al collasso? E che gli sforzi Imu e spending review siano solo goccioline nel deserto? Beh, su questo in molti ci si può anche trovare d'accordo, visto che i tagli, seppur non da poco, sono ancora lontani anni luce da quella che dovrebbe essere un'efficace revisione ed epurazione dei conti (salatissimi) statali. Anche se, continuiamo a ripeterlo (e ripetercelo) che se non altro qualcosa si sta pur facendo, dopo anni di lobotomizzazione e pressappochismo totale.

Moody's però non è una società così limpida nei suoi giudizi e men che meno infallibile, se si pensa che il suo rating di Parmalat ha mandato in bancarotta ben più di una sola famiglia si deve a loro; così come quello della Lehman Brothers per cui gli Usa ancora piangono. Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil, commentando la decisione di Moody's di portare a Baa2 il rating italiano, ha affermato che "è ridicolo proprio perché uno dei soggetti che hanno prodotto la crisi ora pretende di mettersi in cattedra per dare lezione a chi la crisi l'ha subita".

Su questo Draghi, Visco & Co. potrebbero forse appellarsi per screditare i suoi giudizi e evitare i danni per il mancato accesso ai fondi messi a disposizione dal fondo comunitario, per i paesi in crisi. Negati nel caso di avvisaglie di possibile default dell'economia.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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