"Viene il sospetto che qualcuno voglia impedire che la verità sull'incidente venga a galla": è quanto dichiarato da Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, in merito ai misteri che avvolgerebbero il naufragio della Costa Concordia e considerando le rivelazioni apparse sul Corriere della Sera relative ai sistemi di sicurezza e di controllo della nave da crociera.

"Da tempo avevamo denunciato come la scatola nera della nave potesse essere non funzionante già a partire dal 9 gennaio.Ora stanno emergendo altre inquietanti circostanze, come il blackout che avrebbe interessato il sistema di controllo Martec e le porte stagne lasciate aperte anche in assenza dell'apposita deroga della Capitaneria di Porto", ha continuato Rienzi.

L'associazione ha quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia con richiesta di incriminare la Capitaneria di Porto del posto, rea di aver permesso alla nave di salpare nonostante la strumentazione in avaria.

Secondo il Codacons, anche la magistratura di Grosseto porrebbe inspiegabilmente ostacoli per giungere alla verità, con la restituzione alla Costa Crociere dell'antenna del radar presenta sulla nave, a prescindere dalle richieste di sequestro effettuate dall'associazione stessa.

Rienzi ha infine ricordato la necessità di denunciare ripetutamente periti e giudici poiché avrebbero ostacolato il diritto di difesa delle parte e l'acquisizione di documenti indispensabili al fine di comprendere le responsabilità del naufragio:"Se si proseguirà nell'opera di distruzione della nave senza dare la possibilità alle parti coinvolte di eseguire le dovute verifiche e i necessari approfondimenti, non esiteremo ad "assaltare" la Concordia assieme ai naufraghi del Giglio", il commento conclusivo del Presidente del Codacons.


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