Il 30 marzo 2012, alle h.17:37, POSTA e RISPOSTA n.289 riceve l'opinione di GIACOMO BORRIONE dall'account di posta giacomo.borrione@alice.it: "Il rito non può risolvere la lentezza del processo civile. Unico collo di bottiglia è la sentenza che richiede un giudice togato competente. Ogni magistrato applicato al civile non può decidere più di 200 processi l'anno, sempre che lavori come un negro. Le riforme hanno fatto soltanto danni. Basti pensare, ex multis, alla eliminazione del reclamo avverso le ordinanze; ridicolo poi pensare di velocizzare il processo abbassando la sospensione dei termini feriali da 45 a 30 giorni. La soluzione è una sola: reperimento straordinario di 10000 magistrati da assumere fra gli avvocati che hanno più di 25 anni di professione con un concorso per titoli ed eliminazione dei giudici di pace e mediatori vari che fanno soltanto perdere tempo". - Caro Giacomo, condivido il nucleo delle Tue considerazioni. Che sciocchezza sopprimere il reclamo al collegio! Hai proprio ragione.
La protrazione del periodo di sospensione dei termini per ferie non ha la benché minima incidenza sulla produttività del sistema-Giustizia, anzi è il perfetto contrario. Infatti, il magistrato laborioso che in quel torno di tempo non tiene udienza ha più tempo per sentenziare e 'sfornare' provvedimenti. Sullo sfondo del Tuo ragionamento aleggia l'esigenza di scelte politiche. Il reclutamento straordinario ci vorrebbe proprio. Ma, come tutte le cose davvero utili, in Italia non verrà mai realizzato, né ovviamente con le proporzioni indicate. Potrebbero accettare i magistrati di vedere ...annacquati e diluiti i loro poteri giusdicenti, quasi contaminati, da noi avvocati, con i quali tengono, per lo più, un atteggiamento di superiorità? I magistrati vanno rispettati per il ruolo importante, anzi insostituibile che svolgono. Punto. Ma il lavoro dell'avvocato non ha niente a che vedere con quello del magistrato: è ben più difficile, più duro, faticoso, privo totalmente di sicurezze e welfare, richiede maggiore preparazione, talento e creatività. E senso pratico. Ed assunzione immediata di responsabilità a fronte di novità normative dell'ultimo momento che noi avvocati dobbiamo interpretare in presa diretta.
All'inizio della professione legale pensavo che gli avvocati servissero a ben poco tant'erano bravi, preparati e competenti i magistrati; ora il mio giudizio è radicalmente mutato. I magistrati sono in deriva autoreferenziale; debbono, in primo luogo, rivedere le logiche correntizie e 'salvifiche' del CSM prima che lo facciano i politici; se agiranno i politici, tutto avverrà con buona pace dell'indipendenza e dell'autonomia, che in un sistema che vuol dirsi democratico sono essenziali; con il PM che dipendesse dall'esecutivo, sarebbe finita sul nascere ogni indagine che soltanto lambisse un potente, anche locale; gli avvocati, invece, appaiono sempre più preparati e consci del loro ruolo importante a difesa dei diritti delle persone e delle aziende vere, quelle che costituiscono lo zoccolo duro su cui poggia l'Italia industriosa. Grazie, caro Giacomo, per aver partecipato alla discussione sempre aperta su Studio Cataldi.
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