POSTA e RISPOSTA n.261 è di ANDREA MARENGONI del Foro di Brescia che alle h.22:49 del 5 marzo 2012 m'inoltra il seguente dispaccio: "Pregiatissimo collega, perdonami se rubo qualche minuto del Tuo prezioso tempo. Ho appena letto il tuo commento all'istituto della mediazione pubblicato nell'ultima newsletter dello studio Cataldi e mi permetto di dissentire. Prima di tutto se si applica il metodo trasformativo proposto dagli americani Bush e Folger da ben 15 anni in America, con ottimi risultati ovunque sia stato applicato, è del tutto fuori luogo dare consulenze. Per capire il perché occorre leggere il loro libro "La Promessa della Mediazione", casa editrice Vallecchi, che spiega anche perché si stia sempre più affermando questo modello rispetto a quello problem solving, al quale non è invece estranea anche la formulazione di una consulenza (nel corso di 54 ore che ho frequentato ci hanno mostrato il video di una mediazione in cui il mediatore era un magistrato al quale ad un certo punto è stato chiesto un parere pro veritate che si è rivelato determinante per il raggiungimento di un accordo). In secondo luogo posso capire che la mediazione possa dare fastidio a tantissimi colleghi, soprattutto quelli che dalla professione ricavano un reddito elevato, però sarebbe anche il caso, ogni tanto, di pensare che alcuni tra noi, sempre di più purtroppo tra i giovani, lottano per sopravvivere e sono alla ricerca di nuove opportunità professionali, alcune delle quali potrebbero venire proprio dalla mediazione.
Vogliamo una volta tanto pensare anche a quelli ed ammettere che in Italia il lavoro non è uniformemente distribuito all'interno delle varie categorie professionali, che se siamo in 210.000 avvocati questo non facilita le cose, che qualcuno non ha neppure la possibilità di farsi conoscere e dimostrare le proprie capacità? Vogliamo ammettere che, come dicono le statistiche, la maggior parte del reddito prodotto dagli avvocati nel loro complesso è concentrato nelle mani di pochi e gli altri si dividono il resto della torta? Non è ora di lasciare ai meno fortunati almeno le briciole? Questa è la mia personale opinione, senza voler polemizzare con nessuno in particolare ma solo per esortare a tenere conto anche dell'altra faccia della medaglia, quella che meno fa comodo considerare, ma pure esiste.
Cordialissimi saluti. Andrea Marengoni". - Caro Andrea, Grazie per il Tuo bel contributo, equilibrato e pacato. Non mi rubi nessun tempo perché traggo linfa vitale dal rapporto con chi mi scrive. Ne farò oggetto di pubblicazione penso sin da domani, programmazione permettendo. Devi sapere che della mediaconciliazione sono stato tra i primi, anche criticato perché troppo aperturista, a scriverne in termini favorevoli. Penso che qualcosa rinverrai su Studio Cataldi, altro in "Il procedimento sommario nei sinistri stradali", edito da Maggioli nel maggio-giugno 2010. Come avrai notato l'impostazione del Portale è di dare spazio ed incoraggiare i giovani Colleghi. Addirittura, il Portale pare quasi un master permanente per studenti e praticanti: certe volte mi sorprendo a pensare: "magari fosse esistito quando studiavo io"! Ora gli avvocati sono 240.000 se non erro. Ma sulla mediaconciliazione comincio a nutrire forti perplessità. Infatti, se ben ricordi, alla lettrice SERENELLA SERRA il 28 feb '12 rispondevo: "Cara Serenella, sono talmente alle prese con i miei dubbi in tema di mediazione finalizzata alla conciliazione, che non sono in grado di aiutarTi a risolvere i Tuoi". Scusami, vado di fretta: debbo tutelare una parte avanti ad un mediatore.
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