POSTA e RISPOSTA n.260 è dedicato ancora allo stato della Giustizia in Italia nell'Anno Domini 2012 con un post delle h.16:56 opera di un nostro lettore che scrive da utenza mail identificata: ""Gentile avv. Storani, leggendo le parole dell'art. di Donatella Lo Giudice dal titolo "LO STATO DELLA GIUSTIZIA", non ho potuto fare a meno di richiamare alla memoria un fatto che non posso propriamente definire di "malagiustizia" ma che sembra avere nei presupposti tutte le caratteristiche per diventarlo. Sempre più persone sembrano essere sempre più afflitte da una sorta di "mal di pancia giudiziario", nel senso che hanno sviluppato e continuano a sviluppare una fortissima "allergia" nei confronti di tutto ciò che ruota intorno a tale sistema. E non a torto, purtroppo. Chi non ha mai vissuto, almeno una volta, nella propria vita un episodio di mala burocrazia-giustizia?? Tutti credo, così come sono pienamente convinto del fatto che davanti ad un apparato così ...sterminato, senza confini, insomma cosmopolita per dirla in una sola parola, ciascuno avverta dentro di sé un lieve ma ineluttabile senso di smarrimento e vertigini. Il fatto che mi accingo a raccontare rientra in quella casistica di episodi che comunemente vengono definiti "aggressioni", anche se esiste un inquadramento ed una corretta definizione giuridica di tali eventi. (Ma questo è un altro discorso). Nel settembre dello scorso anno, mia madre, donna quasi settantasettenne, anche se non li dimostra sia per energia, temperamento e carattere, all'interno del bar che si trova appresso e "sottolineo" appresso al portone di ingresso dell'edificio dove il sottoscritto abita tutt'oggi assieme alla propria famiglia, mentre stava avendo un'animata discussione con il titolare per questioni di acqua (quindi condominio), è stata violentemente aggredita da un estraneo, il quale dopo averla afferrata alle spalle l'ha scaraventata senza troppi complimenti a terra e l'ha massacrata di botte.
Il tutto sotto gli occhi inermi e divertiti del titolare, del banconista e di qualche avventore perdigiorno. Come se non bastasse, il tizio, dopo avergliele suonate, nonostante stesse andando via, e mia madre fosse riuscita da "sola" a rialzarsi, è tornato sui suoi passi per prendere qualcosa che aveva dimenticato, e vedendo la vecchia che si era messa all'impiedi, l'ha ributtata nuovamente a terra e giù...botte. Risultato..?? Ricovero al pronto soccorso cittadino, contusioni ematomi e lesioni di vario tipo, 30 gg di prognosi e la IV costa destra fratturata e una procedibilità d'ufficio da parte della PS, avendo mia madre superato il "bonus" dei predetti 30 gg. Ovviamente il sottoscritto non era a casa e non era neanche presente sul luogo, ma ha avuto la bella sorpresa di ricevere notizie sullo stato di salute della propria madre attraverso una telefonata....non vi lascio neanche immaginare.... Oggi, dopo aver seguito tutta la "trafila" di denunce, verbali, l'accompagnare mia madre a destra e manca, testimonianze, commissariati e quant'altro....il mio avvocato, il quale segue tutta la vicenda, mi comunica che attraverso un 335, istanza che aveva presentato presso il tribunale della città dove abito, siamo venuti a conoscenza del P.M. che si occupa del fatto. Ciò, infatti, a giudizio del mio legale, ci può essere d'aiuto al fine di un migliore coordinamento delle indagini.... Risultato: l'aggressione avvenuta ai danni di mia madre è stata iscritta sul registro come episodio di ingiurie e minacce..... Superfluo specificare che oltre la procedibilità di ufficio, ho presentato la mia querela accompagnata dai certificati di ps. e da quelli che a tutt'oggi mi certifica il mio medico di base. Se non è dare una lettura superficiale agli atti, come dobbiamo chiamare un fatto del genere..?? O forse tutti i P.M., o quasi, per far carriera pensano che debbano occuparsi esclusivamente di "processi altolocati"? Signori che vi occupate di giustizia sentite un po' cosa ho da dire: "Se una cosa del genere fosse accaduta a vostra madre come vi sareste comportati? Avreste smosso mari e monti? E' quello che ho fatto, faccio e che ho intenzione di continuare a fare sin quando non avrò ottenuto totale e completa giustizia. Costi quel che costi.... Grazie. A. M. (CT)". - Grazie per aver avuto la forza di narrarci questa triste esperienza da cui Studio Cataldi Ti augura vivamente di uscire con un senso di soddisfazione per le Istituzioni di questa Nazione.
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