La Corte d'appello di Ancona, con sentenza del 25.2.2002, prima in Italia, ha riconosciuto la responsabilità della società Autostrade per l'incidente a un 23enne
La Corte d'Appello di Ancona, in tema di risarcimento danni, con la sentenza del 25/02/2002, prima nel suo genere almeno in Italia, ha riconosciuto la responsabilità della Società Autostrade del singolare incidente, avvenuto sull'A/14, che è costato la paresi ad un giovane ventitreenne.

Questi, sceso dall'auto in cui si trovava come passeggero, a causa di un tamponamento, per evitare di essere investito da altre vetture, aveva scavalcato la barriera divisoria delle due corsie e, inaspettatamente, era precipitato nel vuoto.

La sentenza chiarisce che al fine di accertare le responsabilità, occorre distinguere le conseguenze dirette di un tamponamento, che sono da addebitare all'automobilista responsabile dalle conseguenze indirette e imprevedibili! Queste ultime secondo la Corte vanno addebitate alla Società Autostrade.

L'impianto motivazionale della sentenza poggia sul rilievo che la Società Autostrade, pur avendo adempiuto all'onere richiesto dalla legge circa la necessaria segnaletica indicante la presenza del viadotto, non avrebbe adottato cautele idonee a impedire il verificarsi dell'evento!

Difatti la segnaletica è visivamente limitata al solo conducente dell'auto e non anche agli altri passeggeri; ed è per questo che la Società avrebbe dovuto posizionare delle reti metalliche (così come già fatto in altre zone considerate "a rischio") utili anche ad evitare il lancio di oggetti pericolosi.


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