Divieto di dimora per i 'palazzinari' recidivi. Lo ha stabilito la Cassazione che ha ripristinato il divieto di dimora a due costruttori napoletani di Giuliano, indagati per abuso edilizio. Secondo la Suprema Corte soltanto allontanando i costruttori che commettono abusi si riesce ad 'impedire la reiterazione dei reati'. Per effetto della sentenza della Terza sezione penale, Guglielmo e Giuseppe C., che a Giuliano costruirono un palazzo di tre piani in cemento armato ognuno dei quali di 460 metri quadri in zona sismica e vincolata, non potranno piu' abitare nel loro paese. Indagati per abuso edilizio, ai due fratelli napoletani era stato inflitto il divieto di dimora dal gip di Napoli, il 27 novembre del 2002. Divieto che era stato cancellato in appello dal Tribunale partenopeo nel gennaio del 2003 che aveva ritenuto piu' che sufficiente l'obbligo per i due costruttori di presentarsi al commissariato. Questo gia' bastava come 'deterrente psicologico', in quanto gli ufficiali di pubblica sicurezza, diceva sempre il Tribunale, avrebbero potuto controllare la 'futura condotta degli indagati'. Contro lo sconto di pena ha protestato in Cassazione la Procura
di Napoli ed ora la Terza sezione penale (sentenza 26477) ha accolto il ricorso facendo 'rivivere il provvedimento illegittimamente annullato'. 'E' solo questa la misura idonea ad impedire la reiterazione dei reati', ha sancito piazza Cavour che ha ritenuto di non prestare ascolto alle richieste della Procura della Cassazione rappresentata da Guglielmo Passacantando che aveva chiesto il rigetto del ricorso del collega napoletano.

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