Paolo CASICCI tiene una rubrica sul supplemento settimanale ‘Venerdì' de La Repubblica che si chiama "Diritti & Rovesci"; a pagina 11 del magazine uscito il 27 mag '11, sotto il discutibile titolo "la tassa è utile, ma parliamone" (titolo che potendo rivolterei in "il balzello è demenziale, abolitelo più de corsa che de prescia", vernacolo per la cronaca locale di Roma dello splendido quotidiano fondato da Eu-Genio SCALFARI) si pronuncia sul contributo unificato di € 30,00 reso obbligatorio dal 2010 per presentare al Giudice di Pace
i ricorsi contro le multe stradali. Il pezzo, sormontato da una rassicurante fotina di un ridanciano Giuliano Pisapia (complimentissimi, grande Avvocato!) a corredo del sovrastante corsivo di Giorgio Bocca (giù il cappello!), muove da uno studio della Banca d'Italia che, dopo il 2010, sancisce il crollo dei ricorsi (te credo!), passati a Caserta da 11.658 a 1.680, a Capua da 12.474 a 647 ed a Teano da 8.458 a 286. Ma forse ce l'avete con la Provincia di Caserta?! Volete che si scateni il Principe del Foro Avv. Ciro CENTORE, involontario protagonista della surreale news del 21 mar '11 sulle notifiche a becco a mezzo piccioni viaggiatori?! Non condivido neppure un pochino le riflessioni di Casicci scaturenti dallo studio di Bankitalia: "chi era in mala fede ha smesso di ingolfare la giustizia, almeno in certe zone". Eppure l'approccio al problema, caro Casicci, era corretto: " ...vissuto come un sopruso" (certo!), "in pratica una tassa per esercitare un diritto" (è così!). Ignoro se l'articolista sia dipendente del Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A. ma voglio ipotizzarlo per un'esemplificazione colloquiale: caro CASICCI, poniamo per paradosso il caso che, da domani, se dovessi subire un mobbing
insostenibile (Ezio Mauro, colto da improvviso incantamento, Ti manda ogni giorno ad intervistare Stracquadanio e pure Scilipoti) oppure un licenziamento ingiusto, non potresti impugnarlo in sede giudiziale se non pagando prima il contributo unificato pari ad € 50.000,00 (sparo una cifrona a caso): Ti sta bene la formidabile novità per "scoraggiare i ricorsi"? Lo sai che, indubbiamente, sarebbe una misura assai "efficace", per usare il Tuo stesso aggettivo dell'articolo sul magazine. Quali saranno, in proposito, le statistiche di Bankitalia? Fonte Banca d'Italia: da quando è stato introdotto il contributo unificato
minimo di € 50.000,00 risulta quasi azzerato il contenzioso nei licenziamenti aziendali; ha fatto ricorso al rito del lavoro solo il nipote di un Maraja! Chi era "in mala fede" evidentemente ha messo la coda tra le gambe; per contro "chi, invece, ha presentato ricorsi in buona fede, il contributo ha dovuto pagarlo comunque". No, no, no! E' qui che sbagli! Ha dovuto pagare la multa, giusta, ingiusta o dubbia che fosse! A tacer della divisione del mondo giuridico in buoni e cattivi, concetto che mi lascia perplesso, chi ha subito multe ingiuste le ha pagate purchessia. Semplicemente perché non ha più senso mettersi a buttar giù il ricorso (o addirittura andar dall'avvocato o soltanto consultarlo via filo) e poi spendere trenta euro, prima addirittura trentotto con i diritti di cancelleria ora aboliti, per contestare importi di poco superiori. Mi permetto il malvezzo di rimandare ad un mio pezzo, seppur stagionato, del 4 ago '10, con cui cercavo di denunciare per l'ennesima volta la situazione la palese INGIUSTIZIA di un sistema che penalizza tutti i cittadini e tutti coloro che a qualsiasi titolo bazzicano nella Bella Italia. Si ostacola così il concreto ACCESSO alla Giustizia in un settore che, nella sua piccineria, muove cifre astronomiche per le famiglie. Allora, caro CASICCI, Ti lancio un guanto di sfida: perché non convinci il Tuo Direttore Ezio MAURO oppure lo stratosferico astro nascente del giornalismo Massimo GIANNINI, Vice-Direttore, ad avviare una martellante campagna, tipo quelle con il decalogo di quesiti in cui eccelle Giuseppe D'AVANZO, per l'abolizione del contributo unificato nelle sanzioni stradali, un sopruso assurdo?! Repubblica ha quella che Renzo ARBORE chiamerebbe una grande 'scianza' per aiutare Studio Cataldi nella sua battaglia: coalizziamoci, orsù! - Questa che segue era la mia news del 4 ago ‘10: 'Cerco di barcamenarmi tra gli ultimi impegni forensi della stagione prima del "fermo biologico" (1° agosto 2010-15 settembre 2010) ed alcune bozze di lavori e pubblicazioni. In particolare, a quest'ultimo proposito, sto predisponendo una summa delle modifiche invero assai rilevanti apportate dalla Legge n°120 del 29 luglio 2010, intitolata "Disposizioni in materia di sicurezza stradale". Il Direttore del Portale Studio Cataldi sta aspettando un mio elaborato, ma io sto annegando in una miriade di articoli riformati nell'ottica dell'aggiornamento del Codice della Strada: non è impresa da poco. Mi sono già arrabbiato per l'estensione a NOVANTA giorni del termine per eseguire la notifica a cura degli Uffici per le multe non contestate immediatamente. Esordiscono le più svariate disposizioni di legge, ma nulla ho ancora rinvenuto in ordine al principale ed assorbente problema che interessa un avvocato: quanto costa iniziare un procedimento di opposizione ad una sanzione amministrativa che sia ingiusta? Ebbene, mi pare di poter concludere che resta in vigore l'assurdo CONTRIBUTO UNIFICATO ch'è (salvo recente aumento del 10% come puntualmente riportato nella news del 16 luglio 2010) di €30,00 se il valore della causa è inferiore ad €1.100,00, mentre sale ad €70,00 se ricompreso tra €1.100,00 ed €5.200,00, issandosi ad €170,00 quando la procedura ha un valore indeterminato. Al contributo unificato si aggiunge la MARCA DA BOLLO da €8,00 per diritti di cancelleria. Uno di quei consueti, incomprensibili pretesti italici per spillarTi altri danari, del tipo COPERTO al ristorante, che fa incavolare a morte i turisti stranieri. Si tratta del frutto (avvelenato) della riforma apportata dalla Legge Finanziaria 2010. La norma si limita ad affermare che i ricorsi ai sensi della Legge n°689 del 1981 vengono assoggettati al balzello del contributo unificato. Stop. Dei problemi applicativi scaturibili da tale novità tratteremo in altra occasione. Quel che qui va evidenziato è la palese iniquità che viene perpetrata a danno del cittadino, colpito ad esempio da una sanzione ingiusta da €48,00, che si dovrà ineluttabilmente indurre a pagare zitto e mosca, mentre sino a tutto il 2009 poteva presentare opposizione al Giudice di Pace senza spese. Oltretutto, il legislatore ha disciplinato due opzioni identiche e comunque giuridicamente sovrapponibili come il ricorso all'Autorità Giudiziaria ed il ricorso al Prefetto, ma ha sottoposto le due vie a trattamenti diseguali. Ricordo che l'opposizione al Prefetto rimane esente da spese, ma io da soggetto aduso a nuotare nelle acque processuali mi fido poco di percorrere quella strada. Per contro, pur con tutto il rispetto per valorosi funzionari prefettizi, avanti al Giudice di Pace trovo gente che parla più o meno la mia lingua. Non persuade minimamente l'asserto di chi esclude la violazione dell'Art. 3 della Costituzione guardando alle sorti finali della procedura, che nel ricorso al Prefetto potrebbe raddoppiare la sanzione. Si aggiunga che a mente dell'Art. 24 della medesima Carta fondamentale la norma ha effetti che incidono nella sfera del diritto di difendersi da un'ingiustizia. Infine, una pronuncia della Corte Costituzionale pur risalente a qualche anno fa -n°98 del 10-18 marzo 2004, Relatore il mio Professore di Diritto Privato, Annibale MARINI, giurista raffinato che si congedò dalla Consulta quale Presidente e che è appena stato nominato dal Parlamento a far parte del CSM quale membro laico- rimarcava l'inopportunità di gravare la struttura semplificata del procedimento di oneri che ostacolino il concreto accesso alla Giustizia'.
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