Anche se in crisi di astinenza, il tossicodipendente che commette un reato può essere processato. È con una recente sentenza che la Cassazione ha enunciato questo principio di diritto. Secondo i giudici della Suprema Corte, lo stato di agitazione in cui si trova il tossicodipendente che riduce la dose abituale realizza una mera condizione di stato emotivo e non passionale. Tale stato non inciderebbe sugli ambiti dell'intendere e volere, la cui incidenza, al contrario risulta necessaria affinchè il soggetto agente possa non essere ritenuto responsabile del reato contestatogli. La Corte ha poi aggiunto che tale situazione può solo incidere nell'ambito del trattamento sanzionatorio. La sesta sezione penale ha dunque bocciato il ricorso presentato dalla difesa di un tossicodipendente, condannato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali in preda ad una crisi di astinenza.
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