Apple fa il verso ai nostri politici. L'Azienda di Cupertino non intendeva conservare i dati sugli spostamenti di milioni di utenti dell'i-Phone. Le crediamo sulla parola: "non seguiamo nessuno. I file trovati nei telefoni, come abbiamo spiegato, erano sostanzialmente creati attraverso informazioni anonime che raccogliamo da decine di milioni di iPhone" che significa all'incirca: sto origliando non perché io lo voglia, ma perché il mio orecchio bricconcello si insubordina ai miei input e sto spiando dal buco della serratura perché il mio occhio ha un'indole maliziosa che sfugge ai miei comandi. "Quando una nuova tecnologia fa il suo ingresso", soggiunge pensoso il Grande Capo di Apple, esiste "un periodo di "aggiustamento e di insegnamento". Ascoltate un po' come prosegue nelle giustificazioni: "a giudicare dalle cose che stanno succedendo credo che, come settore, non abbiamo fatto un ottimo lavoro nell'istruire. Di conseguenza si è saltati a un sacco di conclusioni sbagliate nella scorsa settimana". Ma allora le segretarie presunte asine per mascherare il verbo senza acca scritto sull'atto dall'avvocato vanno rivalutate. Un capolavoro quel passo sul lavoro non ottimo "nell'istruire". Sottovalutazione macroscopica di un problema molto ma molto serio e grave per quei quattro gatti dei cittadini del pianeta.
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