Il ministro Poletti conferma che nella legge di bilancio troveranno spazio incentivi permanenti per l'assunzione di circa 300mila giovani con norme ad hoc per non licenziare

di Gabriella Lax - Nella prossima legge di bilancio insieme agli incentivi permanenti e stabili per le assunzioni dei giovani saranno previste norme anti licenziamento.

Norme anti licenziamento per le aziende che assumono

Nel pacchetto di sgravi volto a favorire nuove assunzione sono previste norme per evitare che aziende "furbette" rinuncino a un lavoratore che ha esaurito gli sgravi per assumerne uno grazie ai nuovi incentivi. Ad assicurarlo è il ministro del lavoro Giuliano Poletti che conferma l'intenzione, esternata dal presidente del consiglio Gentiloni al meeting di Rimini, di prevedere agevolazioni per le assunzioni dei giovani sotto forma di decontribuzione. Come riporta il Corriere, Poletti chiarisce «Le clausole che impediscono comportamenti sbagliati sono previste». Lo stesso Governo, riguardo alle norme di agevolazione all'assunzione dei giovani sta pensando soprattutto a interventi di «decontribuzione» e «non è ancora deciso» se il pacchetto varrà solo sotto i 29 anni. Le regole stabiliranno che per le agevolazioni non si potrà assumere un lavoratore che è stato in forza all'azienda, anche se senza contratto a tempo indeterminato da più di sei mesi. Sicuramente lo sgravio sarà assicurato solo per coloro che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato e quindi non hanno usufruito di nessuna agevolazione.

Le misure per gli sgravi: 300mila posti di lavoro

Il ministro del lavoro ha ribadito le previsioni per l'assunzione a tempo indeterminato, nel 2018, grazie agli sgravi di circa 300.000 giovani nel 2018. Per i tecnici che si stanno occupando di trovare delle risposte sarebbe del 50% lo sgravio dei contributi fino a un limite di 3.250 euro annui per due anni seguito di uno sgravio contributivo fiscalizzato (quindi senza riduzione della prestazione futura) di circa il 3% strutturale. Per gli sgravi, a disposizione potrebbero esserci circa due miliardi. A tal proposito «dipende dalla possibilità di utilizzare il cosiddetto 'bonus giovani´ su una platea più o meno larga». Infine conclude il ministro: «per garanzia giovani dall'Unione Europea abbiamo ottenuto l'innalzamento dell'età da 25 a 29 anni perché la regolazione europea prevedeva fino a 25 anni e noi siamo riusciti a farla alzare fino a 29 anni, tuttavia sappiamo che ogni volta che dobbiamo ottenere una regolazione diversa c'è una trattativa da fare ed è ciò che stiamo facendo».


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