Mentre alla ex benestante non spetta il mantenimento

di Valeria Zeppilli - L'assegno di mantenimento che, in caso di separazione dei genitori, è posto a vantaggio del figlio deve ritenersi comprensivo, tra le diverse spese, anche di quelle per la ricarica del cellulare.

Cosa comprende il mantenimento ai figli?

Con la sentenza numero 11229/2017, il Tribunale di Roma ha infatti fissato il contributo posto a carico di un padre, notaio, in 2.500 euro mensili, precisando che tale importo deve coprire le spese per il vitto e l'abbigliamento del piccolo di dieci anni, quelle per le tasse scolastiche (ad esclusione delle tasse universitarie) e per il materiale scolastico, la mensa, il trasporto urbano, le uscite didattiche giornaliere, i medicinali da banco e, come detto, anche la ricarica del cellulare.

La circostanza che nel concetto di sussistenza da garantire al figlio non sono ricompresi solo i mezzi necessari per la mera sopravvivenza come in passato, del resto, è un concetto consolidato nella giurisprudenza più recente: è infatti ormai pacifico che nel mantenimento vadano ricomprese anche le spese utili a garantire altre esigenze di vita complementari, come quelle per il telefonino (cfr. ad esempio Cass. n. 26503/2014).

Niente assegno alla ex benestante

Con la recente pronuncia il Tribunale di Roma ha però negato qualsivoglia forma di mantenimento alla ex moglie del notaio.

La donna, infatti, era un magistrato e, pertanto, era benestante e capace a provvedere adeguatamente a se stessa, mentre l'uomo aveva registrato recentemente un forte calo di fatturato e si trovava in una situazione economica non più rosea come in passato.

Al contrario di quanto detto con riferimento al figlio, alla ex il professionista non dovrà più versare alcunché.

Valeria Zeppilli

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