Via libera definitivo alla riforma Madia sul pubblico impiego, arriva anche il decalogo dei licenziamenti

di Marina Crisafi - Dal 1° settembre visite fiscali all'Inps e allineamento degli orari di reperibilità per i dipendenti pubblici e privati. Ma anche licenziamenti disciplinari e piano per la stabilizzazione dei precari. Sono solo alcune delle novità della riforma Madia che oggi ha ricevuto il via libera definitivo del Governo.

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha approvato, infatti, due decreti legislativi che modificano il testo unico del pubblico impiego, introducendo varie ed importanti novità, sia in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, sia sul versante dei controlli fiscali, attraverso l'istituzione del polo unico Inps, che sul fronte della produttività e delle performance, le cui valutazioni avranno effetti sia sul lato economico che su quello disciplinare, con la previsione del licenziamento dopo 3 anni di "quotazioni" negative.

La riforma Madia diventa quindi completamente operativa (all'appello manca solo il decreto sulle partecipate) e i provvedimenti approvati oggi attendono solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.

Le principali novità

Visite fiscali: polo unico Inps

Dal primo settembre, ha spiegato la stessa ministra Madia a margine del Cdm, "ci sarà un polo unico per le visite fiscali, con le competenze sui controlli che passeranno dalle Asl all'Inps, omologando il settore pubblico a quello privato".

Sino ad allora, ci sarà una sorta di fase ponte, per il necessario cambiamento delle regole.

Nel frattempo, ha comunicato la Madia, il ministero ha pubblicato una direttiva che contempla controlli a campione sulle assenze.

10 ipotesi di licenziamento: il nuovo codice disciplinare

Il nuovo codice disciplinare approvato oggi amplia da sei a dieci le ipotesi che possono portare al licenziamento.

A fianco delle false timbrature dei furbetti del cartellino e delle assenze ingiustificate, arrivano anche le violazioni "gravi e reiterate" delle norme comportamentali, lo "scarso rendimento" e le "costanti valutazioni negative" che devono protrarsi per almeno 3 anni.

Ad entrare in vigore, anche il licenziamento dei dirigenti che (con dolo o colpa grave) chiudono un occhio di fronte ai procedimenti disciplinari.

Alle procedure post riforma, verrà applicato il nuovo art. 18 che limita l'indennizzo (in caso di decisione del giudice per il reintegro) a 24 mensilità.

Il tempo massimo per concludere le azioni disciplinari torna a 120 giorni, mentre nella precedente versione era stato limitato a 90. I termini però saranno perentori. Per gli illeciti in flagranza invece dovrà concludersi in 30 giorni.

Trattative contratti e assunzione precari

Con le approvazioni di oggi, ora ci sono "le carte in regola" per riaprire le trattative sui contratti, ha confermato la Madia in conferenza stampa.

I decreti approvati, ha spiegato, consentiranno "di dare la direttiva all'Aran e - riaprire - la stagione contrattuale".

Sul piano del precariato, verranno assorbiti, nell'arco di un triennio, coloro che da tre anni, anche non continuativi, rispetto agli ultimi otto, sono a servizio della P.A. Superata la questione precari, ha aggiunto il ministro, occorre "riaprire le assunzioni - facendo - entrare giovani" ma qualificati.


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