L'intervento dell'Agcom sui rincari "a sorpresa". Gli utenti potranno recedere senza alcuna spesa aggiuntiva

di Marina Crisafi - Niente penali per chi decide di cambiare operatore telefonico, se ha subito il cambiamento "a sorpresa" del contratto, ossia senza essere informato chiaramente sull'entità dei rincari. A disporlo è l'Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) a seguito dei rincari di massa, su fisso e mobile che hanno colpito in questi giorni milioni di utenti.

Si tratta di "un nuovo principio che abbiamo introdotto, a tutela degli utenti, prima all'interno di una recente diffida a Tim e ora, a fine aprile, con una analoga che abbiamo fatto a Fastweb" conferma infatti a Repubblica, il commissario dell'Agcom, Antonio Nicita.

Diffide emanate in occasione del passaggio, anche degli operatori tlc sopraindicati, alle tariffe con addebito ogni 28 giorni, in luogo che mensili, su rete fissa ma che valgono, dice Nicita, "per tutti i cambi unilaterali di contratto", ovvero quelli imposti agli utenti da qualunque gestore (e dunque sia per il fisso che il mobile).

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Ora, l'intervento dell'Authority ha sancito che l'utente interessato dai cambi ha diritto a recedere dal contratto cambiando operatore gratuitamente e senza il rischio di sostenere eventuali costi di uscita (o penali).

Ma non solo. L'Agcom, ritenendo che gli operatori "stessero provando ad aggirare, almeno in parte, i diritti degli utenti colpiti dai cambi" rincara Nicita, ha anche stabilito che i big della telefonia non potranno richiedere neanche il rimborso dei costi promozionali (quelli concessi agli utenti al momento dell'attivazione), oltre a dover spiegare dettagliatamente alla clientela che il passaggio alla tariffazione a 28 giorni comporta notevoli rincari.

La sentenza del Tar sulla tariffazione a 28 giorni

Intanto, sulla questione si attende la decisione del Tar del Lazio, al quale gli operatori tlc hanno fatto ricorso per bloccare la delibera Agcom che vieta, dalla fine del prossimo mese, le tariffe a 28 giorni su rete fissa.

Se il Tar darà loro torto, le società di telecomunicazione saranno costrette non solo a tornare alle tariffe mensili ma anche a far fronte al rischio di rimborsi di massa.


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