Via libera del Senato alle norme sulle società di capitale tra avvocati contenute nel ddl concorrenza

di Marina Crisafi - Arrivano le società di capitale tra avvocati. Oggi, infatti, il Senato ha licenziato il disegno di legge sulla concorrenza (con 158 sì, 110 no e un astenuto) che, tra le varie novità, prevede anche le norme ad hoc sull'istituzione delle società tra avvocati.

Il ddl, sul quale il governo ha posto la fiducia, si avvia ora alla Camera, dove il testo "blindato" dovrebbe essere, a breve, trasformato in legge dello Stato.

La disciplina della società di capitale tra avvocati

Le norme destinate a disciplinare l'esercizio della professione forense in forma societaria prevedono che almeno due terzi del capitale sociale e dei diritti di voto competano ad avvocati iscritti all'albo. Il venir meno di tale condizione costituisce causa di scioglimento della società.

L'incarico, inoltre, potrà essere svolto da soci professionisti aventi i requisiti necessari per svolgere la prestazione richiesta dal cliente.

Inoltre, i soci professionisti possono ricoprire la carica di amministratori e i membri dell'organo di gestione devono essere a maggioranza soci avvocati.

Il plauso dell'Associazione Nazionale Forense

Se lo sforzo "titanico" costato al Parlamento nel licenziare il primo ddl concorrenza italiano "non porterà cambiamenti molto sensibili nel Paese - per quanto attiene invece - la professione forense occorre registrare che il testo approvato oggi dall'Aula del Senato, ricorrendo purtroppo ancora una volta allo strumento della 'fiducia', contribuisce a rendere la disciplina delle società di avvocati opportunamente allineata a quella delle altre professioni regolamentate". Ad affermarlo è il segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense, Luigi Pansini, che plaude all'approvazione di un testo, "in linea con quanto auspicato".

Le nuove norme sulle società di capitali delineano, rincara Pansini, "la figura dell'avvocato nelle mutate esigenze professionali di una società ben diversa da quella in cui intere generazioni di professionisti hanno operato nei decenni scorsi - favorendo al contempo - l'interdisciplinarietà e salvaguardando l'avvocato quale professionista garante dell'interesse del cittadino, al riparo da indebite interferenze e influenze'.

Ora, conclude il segretario Anf, non resta che attendere "la definitiva approvazione - confidando che nel prossimo ddl concorrenza si potranno affrontare - alcune resistenze anacronistiche, come la possibilità per gli avvocati di autenticare gli atti di trasferimento di immobili ad uso non abitativo, considerate anche le recenti pronunce di merito che, in materia di negoziazione assistita, hanno ritenuto sufficiente l'intervento degli avvocati per il deposito in conservatoria dell'accordo raggiunto dai coniugi'.


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