Il Tribunale di Mantova sigla l'impegno di non pubblicare sui social foto dei minori. Ne parliamo con l'avvocato Camilla Signorini, legale di una delle parti

di Gabriella Lax - Un accordo dei genitori per vietare le immagini dei figli su Facebook, corroborato da un decreto di accoglimento del tribunale di Mantova. Questo l'importante precedente in materia di diritto alla privacy dei minori in rete (c.d. baby web reputation). Il decreto (qui sotto allegato) sigla gli accordi presi dai genitori innanzi al Collegio, tra cui anche quello relativo al divieto di pubblicazione delle immagini dei figli minori con l'impegno, da parte di madre e padre "a non pubblicare alcuna fotografia sui social dei minori e ad eliminare tutte quelle a tutt'oggi da loro stessi postate".

Il provvedimento è stato reso dal Tribunale di Mantova, riunito in Camera di Consiglio (trattandosi di genitori non uniti in matrimonio) con Collegio composto dai giudici Bernardi, Venturini, Cavazza il 6 aprile 2017 ed è stato già vistato dal pubblico ministero.

A raccontare la vicenda sulle colonne del nostro quotidiano è l'avvocato Camilla Signorini, uno dei primi legali che hanno cominciato ad inserire la clausola sulla baby web reputation negli accordi davanti al giudice e difensore di una delle parti.

Avvocato Signorini, ci racconta com'è andata?

«I genitori, ex conviventi non sposati, nonostante il procedimento iniziato nella forma contenziosa con ricorso ex art. 337 bis, hanno sottoscritto, con l'aiuto dei rispettivi difensori, l'accordo, che il Collegio ha poi recepito, secondo il quale era prevista, tra le altre, la seguente condizione: "la madre e il padre si impegnano a non pubblicare alcuna fotografia sui social dei minori e ad eliminare tutte quelle a tutt'oggi da loro stessi postate". La richiesta in tal senso parte dal padre, mio assistito, infastidito dalla assidua pubblicazione delle immagini dei figli minori sui social (in particolare su Facebook), da parte della madre, ex compagna. Con la collaborazione del legale della madre, i genitori si sono accordati per la sottoscrizione della clausola, stabilendo il reciproco divieto di pubblicazione e la rimozione delle foto già postate».

L'accordo sulla baby web reputation

«L'accordo è intervenuto prima di arrivare davanti ai giudici. Siamo riusciti a pervenire a questa conclusione molto importante, a Mantova non era mai stato sottoscritto un accordo simile» spiega la Signorini che si occupa di diritti dei minori, in particolare della "baby web reputation", il diritto della privacy dei bambini a non essere postati su internet, poiché sono minori e vanno tutelati.

«È stato un successo, un precedente, a dimostrazione che sono i giudici stessi che possono intervenire anche in mancanza di accordo. In tal caso anche il tribunale può arrivare a tale determinazione. Anche senza richiesta dei genitori, perché c'è la competenza del tribunale dei minori che procede d'ufficio qualora ravvisi delle violazioni particolari a danno dei minori. Non è escluso, a mio avviso, che un pubblico ministero che abbia notizia che di un bambino vengano pubblicate foto in situazioni particolari (ad es. mentre fa il bagnetto) o con particolare assiduità possa intervenire».

E ho letto, prosegue l'avvocato, «che in questa direzione - si muovono - una serie di opinioni di magistrati: la privacy del bambino va preservata, il bambino è una persona anche se la patria potestà viene esercitata dai genitori». E, continua, «sono una mamma anch'io ma non ho mai pubblicato le foto dei miei figli, e mi batto perché le mamme possano comprendere che si tratta di una pratica scorretta, che viola la privacy dei minori ed alimenta il dark web che consente a persone di archiviare le immagini dei bambini». «Il pedofilo 10 anni fa aveva una vita complicata per procacciarsi il materiale - conclude la Signorini, adesso, purtroppo - basta che apra Facebook…».

Tribunale Mantova, decreto accoglimento 6.4.2017

Foto: 123rf.com
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