Per la Cassazione non è integrato invece il reato di cui all'art. 481 c.p., che presuppone che l'agente eserciti legittimamente la professione forense

di Valeria Zeppilli - Se a redigere un mandato difensivo falso non è un avvocato, il reato che gli può astrattamente essere ascritto è solo quello di falso in scrittura privata, che peraltro oggi risulta depenalizzato.

Niente reato di falso se il mandato non è redatto da un avvocato

Con la sentenza numero 18657/2017 (qui sotto allegata), la Corte di cassazione ha a tal proposito precisato che, in simili casi, non è invece possibile parlare di "falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità".

Del resto, il reato di cui all'articolo 481 del codice penale è un reato proprio che presuppone che l'agente assuma la veste di esercente la professione forense, con la conseguenza che, se manca tale presupposto, la fattispecie delittuosa sanzionata dalla predetta norma non può ritenersi configurata.

La differenza può sembrare labile ma non lo è affatto: prendendo spunto dalla vicenda sottoposta alla sua attenzione, la Corte ha distinto chiaramente la falsa attestazione dell'autenticità della sottoscrizione della procura ad litem (riconducibile all'articolo 481 c.p.) dalla falsa sottoscrizione di una procura ad litem (riconducibile all'articolo 485 c.p.).

Falso in scrittura privata: illecito civile

Nel caso di specie, infatti, imputato era un uomo che, senza avere l'abilitazione da avvocato, aveva instaurato un'azione di recupero forzoso di un credito sulla base di un mandato difensivo falso e che, per tale motivo, era stato condannato dal giudice del merito anche per esercizio abusivo della professione forense.

Egli, sulla base di quanto detto sopra, non può essere però condannato per falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. La sua condotta può semmai integrare solo il falso in scrittura privata che, però, è stato abrogato dal decreto legislativo numero 7/2016 che lo ha sostituto con un corrispondente illecito civile.

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Corte di cassazione testo sentenza numero 18657/2017
Valeria Zeppilli

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