Rimane il monopolio, ma gli autori potranno rivolgersi altrove. Recepita la direttiva Barnier

di Marina Crisafi - Nessun addio e neanche un arrivederci. Nonostante l'acceso dibattito sulla liberalizzazione, la Siae conserva il monopolio in Italia per la gestione dei diritti d'autore, ma sarà "in compagnia". Ieri infatti il Consiglio dei Ministri (con un anno di ritardo rispetto al termine imposto da Bruxelles) ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che recepisce la c.d. direttiva Barnier (2014/26/UE), voluta dalla commissione europea per modernizzare e rendere più trasparente la gestione collettiva del diritto d'autore, assicurando la competitività tra le società di collecting tra i membri Ue.

Cosa cambia nella sostanza? La direttiva, come recepita nel nostro Paese, lascia inalterata di fatto la riserva concessa alla Siae dalla legge del 1941 ma pone fine alla querelle sulla possibilità per gli autori di iscriversi altrove (vedi il caso Soundreef, la startup italiana con sede a Londra che ha acquisito i diritti di Fedez e Gigi D'Alessio).

In altre parole, l'esclusiva in Italia è della Siae, ma gli autori avranno la possibilità di iscriversi alle società degli altri Stati Ue.

Nello specifico, il decreto interviene sulle regole che disciplinano l'organizzazione, l'attività e i profili di trasparenza degli organismi di gestione collettiva, stabilendo, si legge nel comunicato stampa del Governo, "regole precise sulle attività di riscossione e d'impiego dei proventi; l'obbligo di una relazione di trasparenza annuale; i criteri per la concessione, da parte degli organismi di gestione collettiva, di licenze multi-territoriali per l'esercizio di diritti su opere musicali diffuse su reti online".

Le funzioni di ispezione e vigilanza sulle disposizioni sono affidate all'Agcom.


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