Se l'utilizzo a fini terapeutici è completamente sdoganato, lo stesso non può dirsi per l'utilizzo a scopo ricreativo

di Valeria Zeppilli - L'utilizzo della Cannabis, in Italia, è oggi completamente sdoganato per fini terapeutici, ma non per fini ricreativi. Facciamo quindi il punto sul percorso di legalizzazione di tale prodotto.

Cannabis ad uso medico

La cannabis ad uso medico è ormai utilizzabile, nel nostro paese, da oltre un decennio.

I medici, infatti, hanno già dal 2006 la possibilità di prescrivere preparazioni magistrali allestite dai farmacisti in farmacia con l'utilizzo del Dronabinol o di altre sostanze attive vegetali a base di cannabis ad uso medico.

Dal 2013, poi, sono state aperte le porte alla possibilità, per i neurologi, di prescrivere un prodotto medicinale (Sativex) a base di estratti di cannabis al fine di ridurre gli spasmi dolorosi cagionati dalla sclerosi multipla.

Casi in cui è possibile la prescrizione

Più nel dettaglio, le prescrizioni di cannabis ad uso medico sono ammesse in caso di inefficacia delle terapie convenzionali su pazienti che riportano dolore cronico e dolore associato alla sclerosi multipla e alle lesioni del midollo spinale, o che manifestano nausea e vomito derivanti da chemioterapia, radioterapia o terapie per l'HIV. La cannabis, inoltre, è ammessa come stimolante dell'appetito nei casi di cachessia, anoressia, anoressia nervosa e perdita dell'appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS.

Ad essa, infine, può ricorrersi per l'effetto ipotensivo nel glaucoma e per la riduzione dei movimenti involontari del corpo e del viso in caso di sindrome di Gilles de la Tourette.

Le modalità di assunzione sono due: tramite infuso da bere o mediante inalazione con un vaporizzatore.

Cannabis di Stato

Sino al 2016 i prodotti per la realizzazione di preparazioni magistrali con prodotti vegetali a base di cannabis erano importati in Italia dall'Olanda, per il tramite dell'Office of Medicinal cannabis del Ministero olandese della Salute, welfare e sport e utilizzando la procedura per l'importazione di cui al d.m. 11 febbraio 1997.

A partire dallo scorso anno, però, anche nel nostro paese è stata avviata la produzione nazionale del prodotto Cannabis FM-2, presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, che comporterà presto un notevole abbattimento dei costi per i pazienti che ricorrono alle predette terapie.

L'officina farmaceutica produttrice è autorizzata dall'AIFA, mentre la distribuzione ha avuto il via libera dell'Organismo statale per la cannabis, istituito presso il Ministero della salute con decreto del 9 novembre 2015.

Si precisa che il prodotto distribuito contiene una concentrazione di principi attivi notevolmente inferiore rispetto alla cannabis utilizzata illegalmente a scopo ricreativo, ovverosia il 5%-8% di THC e il 7,5%-12% di CBD.

L'Organismo statale per la cannabis

Come detto, la distribuzione della cannabis di Stato è stata autorizzata dall'Organismo statale per la cannabis. Va a questo punto segnalato che tale organismo ha, oltre che la funzione di autorizzare la coltivazione delle piante di cannabis da utilizzare per la produzione di medicinali di origine vegetale, sostanze e preparazioni vegetali, anche quella di importare, esportare e distribuire sul territorio nazionale piante e materiale vegetale a base di cannabis, quella di individuare le aree da destinare alla sua coltivazione e quella di determinare le quote di fabbricazione del prodotto tenendo conto delle richieste delle Regioni e delle Province autonome.

Cannabis a scopo ricreativo: il DDL

Se l'utilizzo della cannabis a scopo terapeutico è ormai completamente ammesso nel nostro paese e ha conosciuto negli ultimi tempi un punto di svolta fondamentale a fini di sicurezza ed economicità, rappresentato dalla produzione nazionale del prodotto Cannabis FM-2, tutt'altra sorte sta avendo l'utilizzo della cannabis a scopo ricreativo.

Quest'ultimo, infatti, è ben lontano dall'essere legalizzato, nonostante non siano mancate in passato e continuino a non mancare anche oggi istanze di segno opposto.

In verità il 25 luglio 2016 è stato portato in discussione in Parlamento, per la prima volta in Italia, un disegno di legge in materia di "legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati", nel quale si prevede tra le altre cose la legalizzazione della cannabis, la creazione di cd. Cannabis social club ove riunirsi con altri 50 consumatori e la vendita al dettaglio della marijuana per scopi ricreativi in specifici esercizi commerciali assoggettandola a una tassazione simile a quella prevista per il tabacco. Si contemplano, inoltre, anche delle semplificazioni per l'utilizzo del prodotto a scopo terapeutico.

I DDL, però, è subito tornato in Commissione e il suo iter è oggi bloccato.

I tentativi di inserimento nella legge di stabilità

Dinanzi alla fase di stallo che ha caratterizzato sin da subito il percorso del DDL, nel novembre 2016, nelle more dell'approvazione della legge di stabilità, sono stati presentati due emendamenti alla stessa che, di fatto, miravano all'equiparazione per il tramite di tale intervento legislativo della cannabis al tabacco, con la creazione di un Monopolio di Stato in tutto il territorio della Repubblica e con devoluzione delle maggiori entrate statali per la gestione dell'emergenza sismica. Ma anche questo tentativo si è trasformato in un nulla di fatto.

Nonostante ciò, il dibattito sulla legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo prosegue incessantemente e ha portato anche al deposito di quasi 60mila firme, su iniziativa di alcune associazioni e partiti, per un'apposita legge di iniziativa popolare. 

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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