La denuncia dell'Aidaa sulle norme contro i quattro zampe vaganti contenute nel c.d. "Piano per il lupo"

di Marina Crisafi - Non solo lupi, il governo vuol dare la libertà di abbattere anche i cani randagi. È questa la denuncia forte dell'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) secondo la quale nel testo del c.d. Piano per il lupo sono contenute anche disposizioni che lasciano spazio ai cacciatori per sparare ai quattro zampe vaganti.

Il piano lupo, si ricorda, bloccato nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato Regioni e rinviato in sede tecnica, ha scatenato le proteste di ambientalisti e animalisti per la previsione di "abbattimento controllato" che rischia di trasformarsi in una vera e propria caccia al lupo. Caccia che, secondo quanto afferma l'Aidaa, in verità, riguarderebbe anche i cani randagi.

Secondo l'associazione, infatti, nel testo è contenuta una richiesta formale di revisione della legge sul randagismo, la n. 281/1991, "indispensabile per ridurre significativamente l'impatto esercitato dai cani vaganti sul lupo, sulla fauna selvatica e anche sull'uomo".

Nello specifico, la modifica mira a consentire l'intervento sui quattro zampe vaganti delle aree rurali e sugli ibridi canelupo. Il che tradotto, spiega il presidente dell'associazione, Lorenzo Croce, significa dare ai cacciatori una "licenza di uccidere". Tra le pieghe del testo si nasconde dunque, conclude Croce, "il via libera alla mattanza a fucilate dei cani randagi senza limiti percentuali, il che vorrebbe dire - non solo - che le regioni possono dare il via alle mattanze ma anche ad avvelenamenti di massa".


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