Un'indagine del The Guardian su un dibattito più che mai attuale e controverso con richieste che aumentano quotidianamente e risposte… indecise

di Gabriella Lax - È il caso di avere il capo tra gli amici di Facebook? Un dilemma vivo da quando il mondo è diventato inesorabilmente "Social". Una sorta di timore diffuso tra gli utenti di Facebook e di altri social network per la gestione di una richiesta d'amicizia inviata dal boss.

Cosa fare dunque? Accettare? E, in caso di diniego, come potrebbe prenderla il capo? Un sondaggio effettuato qualche tempo fa su 1.000 persone dal Liberty Mutual's Responsibility Project ha rivelato che il 56% degli americani sostiene che avere come "amico" il capo sia una scelta incosciente mentre il 62% considera sbagliato essere "amico" di un dipendente. Ma il 76% delle persone interpellate considera accettabile essere "amico" di un collega, si legge nel sondaggio. Ha fatto riflettere ultimamente il caso verificatosi in Svezia dove ha avuto ripercussioni per un dipendente l'aver postato una foto su Facebook di una manifestazione di estrema destra per le strade di Stoccolma. L'immagine non è sfuggita al suo superiore, presente tra gli amici di Facebook, che così l'ha etichettato politicamente.

Molte aziende iniziano a porsi il problema della comunicazione al proprio interno attraverso i social. Le risposte variano poi dal tipo di aziende. Si pensi alle differenze che possono esserci tra una banca o un'agenzia di comunicazioni. 

Per "The Guardian", che in un'indagine di questi giorni ha sviscerato il problema nelle sue varie angolazioni, una delle situazioni più difficili per il sottoposto è quando il capo fa sapere: «Mi piacerebbe tanto poterti inviare una richiesta di amicizia ma non posso». E, nella maggior parte dei casi, è il sottoposto che finisce per inviare lui stesso la richiesta. Il giornale arriva alla stessa soluzione del sondaggio: meglio evitare l'amicizia con il capo. Ma una soluzione c'è: usare i filtri che Facebook stesso consente di usare i tanti utenti amici.

E se proprio non se ne può fare a meno, bisogna essere consapevoli che la privacy è messa in discussione per sempre. A questo punto entra in gioco il buon senso delle persone, la consapevolezza profonda di ricordare che qualunque cosa si decida di postare potrebbe avere delle conseguenze. Ma questo, del resto, non vale solo per l'amicizia col capo…

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