Lo prevede il regolamento attuativo della legge sulle attività lavorative più a rischio

di Gabriella Lax - Alcoltest a sorpresa per chi fa lavori a rischio. È già scontro sul regolamento che dà al datore di lavoro la possibilità di procedere con verifiche alcolemiche prima dell'inizio del turno. Si tratta di una previsione contenuta in un regolamento attuativo arrivato alla Conferenza Stato-Regioni e frutto del lavoro di un comitato di tecnici del ministero della Salute, degli uffici del lavoro e delle Asl. Il documento ha come obiettivo quello di dare attuazione completa alla legge sulle attività lavorative più rischiose, ma è destinato a scatenare molte polemiche.

Lavori a rischio

Preliminarmente lo stesso documento decreta quali sono i lavori a "elevato rischio sicurezza", riunendoli per la prima volta in un solo elenco, valido per tutte le regioni. Nell'elenco c'è un po' di tutto: dalle professioni che prevedono l'uso di gas tossici a quelle di chi ha in dotazioni armi (dunque tutti i corpi di polizia, i militari, le guardie giurate); di chi fabbrica fuochi d'artificio; di chi usa oggetti che possano provocare "ferite da taglio o punto"; di chi guida veicoli che trasportano merci pericolose e i mezzi pubblici; sino al personale medico-sanitario (e in particolare i chirurghi) ai controllori di volo e al personale aeronautico di volo, al personale del settore edile se lavora ad altezze superiori a due metri; ai minatori.

Gli obiettivi del regolamento

Serve chiarire che, per tutte queste categorie, esisteva già la possibilità di eseguire test alcolemici, tuttavia, fino ad oggi, la legge non ha indicato le modalità, il come e il quando, conferendo discrezionalità alle regioni e fissando solo il divieto di bere durante i turni. Grazie al regolamento, i datori di lavoro, tramite i loro medici o quelli degli enti ispettivi, potranno, invece, sottoporre i dipendenti a controlli a sorpresa all'inizio del turno in una qualsiasi giornata di lavoro. Chi, in condizione di dubbia sobrietà, risulta con un livello di alcol nel sangue pari a 0,3 grammi/litro o superiore sarà rimandato a casa.

Ed è proprio tale limite l'oggetto della discordia. Nelle critiche che si fanno al provvedimento, da più parti, è stata sottolineata, infatti, l'inopportunità di un tetto così alto per un controllo alcolemico sul luogo di lavoro, tenendo conto che gli strumenti hanno un margine di errore dello 0,1 e che in molte Regioni il limite è già fissato a 0,2. In altre parole, ciò significa che anche per chi non ha bevuto potrebbe risultare una lieve positività all'alcool.

Il divieto di uso di certe sostanze, infine, è esteso anche alle droghe. Su questo punto, in verità, la legge è già chiara e i controlli sono obbligatori. Ciò che cambierà sarà soprattutto il modo di effettuare le verifiche, che saranno anche per le sostanze stupefacenti a sorpresa e obbligatorie con una certa periodicità. Per i test non si usano più le urine, ma la saliva del lavoratore, cosa che non costringe i lavoratori a produrre il campione davanti al personale sanitario.


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