In attesa dell'incontro con i sindacati, il Governo appronta le ultime modifiche al pacchetto di riforme sulle pensioni

di Lucia Izzo - Sono giorni cruciali per la riforma delle pensioni. In attesa dell'incontro del governo con i sindacati, al pacchetto che dovrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Stabilità, si aggiungono precisazioni interessanti sul banco delle trattative, riguardanti l'anticipo pensionistico per lasciare prima il lavoro a costo zero, il bonus per i lavoratori c.d. precoci, ossia che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età, e l'aumento delle quattordicesime.


Lavoratori precoci


Per quanto riguarda i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi prima del raggiungimento della maggiore età, parrebbe prevalere l'ipotesi di riconoscere solo a chi ha cominciato a lavorare prima dei 16 anni un bonus teso a raggiungere i 41 anni di anzianità necessari per il ritiro anticipato. Una scelta diversa rispetto ai vantaggi previsti per chi ha lavorato un anno prima dei 18 anni, ai quali si garantiscono tre mesi per ogni anno lavorato prima della maggiore età.

La misura potrebbe diventare la più onerosa: il Governo prevede un costo di 600 milioni, per una platea di 25.000 possibili beneficiari.


L'Ape social


Di particolare interesse la misura di flessibilità in uscita, ossia l'Ape (anticipo pensionistico) in versione social, con cui il Governo intende riservare la possibilità di uscita anticipata del lavoro a nuove categorie di lavoratori, ma a costo zero, ossia a carico dello Stato


Da un lato, quindi, resta l'anticipo pensionistico in versione onerosa (per approfondimenti: Pensioni anticipate: ora c'è anche 'Rita' e anche: Pensioni: Rita e le altre novità in arrivo

) a cui potranno accedere i lavoratori a 61-63 anni (con 20 di contributi) tramite prestito bancario, gestito dall'INPS, da restituire in vent'anni, mentre dall'altro, tramite un bonus fiscale, si inserisce la platea di lavoratori che potranno beneficarne senza oneri aggiuntivi.


A costoro sarebbe riconosciuto un finanziamento bancario assicurato e rimborso gratuito (fino a 1500 euro di pensione, che i sindacati propendono ad aumentare a 1650 euro lordi): il Governo presume di ampliare i beneficiari della misura gratuita ricomprendendovi non solo i disoccupati di lungo corso che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali, ma anche i lavoratori disagiati, invalidi o che assistono un disabile, nonché gli addetti a mansioni rischiose, faticose e pesanti ad esempio operai edili, i macchinisti e presumibilmente il personale marittimo imbarcato.


Per la manovra il Governo è pronto a sostenere il costo, pari a 500/600 milioni, con un meccanismo a esaurimento risorse nei primi due anni di "prova".


Resterebbero invariate le altre forme di anticipo pensionistico, ossia quella volontaria, onerosa e con un abbattimento fiscale solo parziale, e quella aziendale, a crico del datore di lavoro, da attivare in caso di crisi o ristrutturazione dell'azienda.


Quattordicesima


Sul banco della riforma, il Governo punta anche a estendere i percettori della c.d. "quattordicesima" (per approfondimenti:  Pensioni: arriva la quattordicesima. Ecco a chi spetta) a circa 1,2 milioni di pensionati, ricomprendendovi anche coloro che hanno un reddito personale, e non solo pensionistico, tra 750 e 1.000 euro al mese. 


Per l'erogazione delle somme, una volta l'anno a luglio, si prevede una suddivisione in tre fasce di reddito a seconda degli anni di contribuzione del beneficiario (336 euro per chi ha meno di 15 anni di contributi e 504 per chi supera i 25 anni di contributi). Il costo della manovra dovrebbe aggirarsi sui 700 milioni, di cui un terzo circa andrebbe destinato a chi già percepisce la quattordicesima, mentre i restanti due terzi confluiranno ai nuovi beneficiari.


Foto: 123rf.com
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