Recenti orientamenti giurisprudenziali fanno ritenere che anche il c.d. sexting può essere motivo di addebito della separazione

di Valeria Zeppilli - Tecnologie e rapporto di coppia rappresentano un binomio pericoloso: da quando social network, messaggistica istantanea, smartphone e altri mezzi informatici sono entrati nelle case di quasi tutti i cittadini, infatti, le liti coniugali sono aumentate esponenzialmente.

Basti pensare che negli studi legali e nei tribunali, tra le cause di separazione, si fa sempre più riferimento a un fenomeno particolare: il c.d. sexting, neologismo nato dalla fusione delle parole inglesi sex e texting, con il quale, in sostanza, si indica l'invio tramite sms o chat di messaggi o foto osé.

Proprio per dare un'interpretazione del fenomeno, la società legale Slater & Gordon, in Gran Bretagna, ha commissionato un apposito studio del fenomeno tra la popolazione, dal quale è emerso che per il 35% degli intervistati il sexting non può essere considerato tradimento. Tra coloro che non la pensano così, la maggior parte sono donne: il 49% di loro, contro il 34% degli uomini.

Ma le dinamiche di coppia sono molto più complicate di come può emergere da un sondaggio e in molti più casi mettere un telefonino tra due persone non è accettabile: anche se il tradimento non è consumato materialmente, le cose non cambiano molto.

In Italia, peraltro, la giurisprudenza ha da diversi anni iniziato a considerare anche le relazioni platoniche come cause possibili di tradimento e, quindi, di addebito.

Ad esempio, con la sentenza numero 15557/2008 la Corte di Cassazione ha precisato che la pronuncia di addebito della separazione

si fonda sulla valutazione del rispetto o meno dei doveri nascenti dal matrimonio e indicati nell'articolo 143 del codice civile: tra di essi rientra l'obbligo della fedeltà da intendersi come impegno generale di non tradire la fiducia del coniuge e non solo di astenersi dall'intrattenere relazioni extraconiugali. Ma le pronunce in tal senso non si arrestano qui: più recentemente c'è la numero 8929/2013, sempre della Corte di cassazione, e poi numerose altre.

Insomma: attenzione a lasciarsi prendere la mano. Anche se non tutti la pensano così, i presupposti perché anche il sexting sia considerato giuridicamente alla pari di un tradimento ci sono tutti.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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