Ecco i "suggerimenti" che vanno decisamente evitati.

di Valeria Zeppilli - Il talento di un avvocato, si misura tenendo conto di una serie infinita di aspetti. Ma al di là delle capacità tecniche di gestione del contenzioso, la sua abilità si misura anche nella capacità di individuare la soluzione migliore per i propri clienti evitando di condurli su percorsi che l'esperienza pratica e la conoscenza del diritto sconsigliano di intraprendere.

Ma quali sono i peggiori consigli che un avvocato potrebbe mai dare a un cliente?

1. Innanzitutto quello di chiudere definitivamente una trattativa che non è andata in porto. Le trattative, per loro stessa natura, vedono contrapposte parti che sono disposte a cedere su qualcosa per tentare di venirsi incontro. Pertanto non bisogna arrendersi al primo diniego, ma proseguire e tentare di giungere a un compromesso che risulti comunque vantaggioso e che, sempre tenendo conto di tutti gli aspetti che sono in gioco, sia rispettoso dei propri diritti. E le trattative non si abbandonano neppure quando il contenzioso è in una fase avanzata. Anzi talvolta è proprio l'esito dell'istruttoria che potrebbe rendere superflua la prosecuzione della controversia.

2. Altro cattivo consiglio che l'avvocato può dare al cliente è quello di confidare nel risultato certo del giudizio per il solo fatto che ci sono dei precedenti giurisprudenziali che hanno statuito su casi similari.

In realtà ogni lite ha delle sue peculiarità e che difficilmente la casistica può riflettere in pieno la varietà delle singole fattispecie. Inoltre gli orientamenti giurisprudenziali possono modificarsi nel tempo e tal volta l'interpretazione delle leggi appare tutt'altro che univoca.

Fatta eccezione per per le questioni più semplici non bisogna mai sottovalutare il "fattore interpretazione".

3. In tempi di crisi, occorre considerare che incoraggiare sempre e comunque i clienti dall'agire per il risarcimento danni se ci sono buone probabilità di successo può essere un pessimo consiglio se prima non ci si è posti una domanda: Una sentenza favorevole potrà essere portata ad esecuzione? O meglio: la nostra controparte sarà in grado di pagare le somme che stiamo chiedendo?

Tal volta si formulano richieste di danni talmente alte che non solo la controparte non potrà mai pagare ma che comportano anche un aumento dei costi per il cliente. Insomma prima di qualsiasi decisione è meglio mettere sul piatto della bilancia le possibilità concrete di ogni iniziativa legale.

4. Altro pessimo consiglio che un avvocato può dare al proprio assistito è quello di desistere per i tempi troppo lunghi della giustizia. E' vero nel nostro Paese l'attesa per una sentenza è talmente lunga da riuscire a dissuadere persino la più ostinata delle persone, ma nel corso dell'istruttoria spesso si aprono le strade per una definizione transattiva e, in ogni caso, c'è sempre la possibilità di ottenere un risarcimento danni dallo Stato per la durata irragionevole del procedimento.

5. Non è mai una buona idea assecondare i clienti che propongono tesi giuridiche fantasiose e vogliono agire in giudizio perché un loro amico ha ottenuto una sentenza favorevole.

Spesso il passaparola tra chi non opera nel mondo del diritto può portare a una visione distorta di quanto realmente accaduto e si omettono le tante variabili che possono avere inciso sulla causa compreso la preparazione di chi l'ha decisa!

E adesso: quali sono secondo voi altri "peggiori consigli" che un avvocato possa dare a un cliente? Ditelo lasciando un messaggio nello spazio commenti in fondo a questa pagina o nella pagina Facebook.

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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