La denuncia della Dirstat a seguito dell'interrogazione parlamentare sulle nomine illegittime dei dirigenti da parte delle Entrate

di Marina Crisafi - L'Agenzia delle Entrate persevera nelle nomine "pazze" in spregio delle censure della giustizia amministrativa e di quella costituzionale. A lanciare l'allarme è la Dirstat, il sindacato dei dirigenti e direttivi della P.A., che continua nella sua opera di denuncia nei confronti delle nomine illegittime dei funzionari da parte dell'Agenzia delle Entrate. Alle segnalazioni precedenti, relative alla "telenovela senza fine" dei casi di incarichi conferiti attraverso metodologie espressamente e fermamente censurate dalla giustizia, si aggiungono ora, scrive in una nota il vicesegretario generale Dirstat, Pietro Paolo Boiano, quelle dell'ennesima interrogazione parlamentare presentata dal gruppo Fratelli d'Italia (primo firmatario Walter Rizzetto) il 7 giugno scorso.

"L'interrogante, con molteplici atti di sindacato ispettivo - si legge nel testo della mozione diretta al premier e al ministro per la semplificazione e la P.A. - ha denunciato la violazione di fondamentali principi, come quelli di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione di cui all'articolo 97 della Carta costituzionale nell'affidamento degli incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione, dettati da scelte del tutto discrezionali e non meritocratiche".

Una prassi "illegittima che sta diventando addirittura strutturale" in tutta la pubblica amministrazione italiana - prosegue l'interrogazione, "con le gravi conseguenze che ne derivano se si pensa che la gestione arbitraria della dirigenza pubblica comporta l'attribuzione della direzione di importanti strutture amministrative a soggetti «graditi», per porre in essere quelle che l'interrogante giudica nomine di natura politica, se non clientelare che potrebbero provocare inquinamenti molto gravi dell'attività amministrativa". Prassi che tocca il suo culmine presso le agenzie fiscali, come segnalato con diverse interrogazioni "che non hanno ancora ottenuto una risposta da parte dell'esecutivo - si legge ancora nel testo - il quale, tra l'altro, nonostante le ripetute segnalazioni, continua a non intervenire a fronte di nomine dirigenziali illegittime che, ad oggi, si perpetrano presso le agenzie fiscali".

In sostanza, denuncia Rizzetto, prosegue "lo strano viavai" degli ex dirigenti dell'agenzia, già "decaduti dalle funzioni dirigenziali, il 26 marzo 2015, in seguito alla sentenza della Corte costituzionale che sancì l'illegittimità delle promozioni senza concorso di oltre 800 dirigenti dell'Agenzia. Pertanto, gli incarichi in questione sono stati affidati anche in contrasto con la predetta pronuncia che aveva fatto decadere le medesime persone dagli incarichi dirigenziali affidati discrezionalmente ed in violazione della normativa in materia".

Da qui la richiesta di adottare "urgenti provvedimenti, al fine di riportare la legalità nell'affidamento degli incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione, garantendo che siano effettuate idonee procedure selettive nel rispetto dei princìpi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione di cui all'articolo 97 della Costituzione. Ciò anche a tutela di coloro che sono legittimati a svolgere incarichi dirigenziali e che vengono esclusi da tali ruoli per favorire persone dai requisiti curriculari inferiori, in base a dinamiche che nulla hanno a che fare con la meritocrazia".

Infine, si chiede nell'interrogazione parlamentare, "quali siano gli orientamenti del Governo, per quanto di competenza, sui fatti esposti", "se e quali iniziative si intendano assumere", anche normative "per procedere all'abrogazione dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, poiché tale disposizione, come hanno rilevato più volte la giurisprudenza amministrativa e quella contabile, viene di frequente utilizzata strumentalmente per conferire incarichi esterni illegittimi".

L'interrogazione dell'on.le Rizzetto - rincara il vicesegretario generale Dirstat - dimostra ancora una volta la grave crisi della pubblica amministrazione, con nomine dirigenziali particolarmente discrezionali ed in totale violazione delle vigenti disposizioni legislative". È pienamente condivisibile - chiosa Boiano "l'abrogazione dell'art. 19, comma 6 del d.lgs. n. 165/2001, che ha determinato solo grande marasma tra gli addetti ai lavori per gli usi e abusi commessi".


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