Le somme vanno restituite da chi non ne aveva diritto, ma a pagarne le conseguenze saranno sempre i più poveri

di Lucia Izzo - Addio al Bonus da 80 euro mensili erogato dal Governo Renzi: circa un milione e mezzo di lavoratori, infatti, saranno chiamati a restituire la somma percepita poiché loro erogata erroneamente. 


Il bonus, introdotto nel 2014, è erogato direttamente in busta paga dal datore di lavoro ed è destinato ai lavoratori dipendenti "non incapienti": ciò vuol dire che nessuna erogazione sarebbe dovuta essere effettuata (il condizionale, in tal caso, è d'obbligo) nei confronti dei lavoratori con un un reddito inferiore a 8mila euro e superiore a 26mila euro; costoro, non rientrando nella fascia reddituale prevista dal decreto, non avrebbero avuto diritto al beneficio Irpef.


Tuttavia, negli anni sono cambiati gli introiti degli italiani: è accaduto che nel corso del rapporto di lavoro, ad esempio per un aumento di stipendio oppure per aver maturato redditi esterni rispetto a quelli derivanti dalla busta paga, alcuni lavoratori abbiano sforato il limite massimo di reddito previsto; oppure il contribuente durante l'anno è arrivato a guadagnare meno degli 8mila euro previsti dal decreto, superando in negativo il minimo di reddito richiesto per ottenere la misura.

Di contro, alcuni contribuenti, inizialmente esclusi dal bonus, a fine anno si sono visti riconoscere il beneficio poichè rientrati nei limiti reddituali previsti dal decreto.


Sostanzialmente, un simile meccanismo ha fatto sì che a causa di errori, mancate comunicazioni o entrate impreviste, molti cittadini che non ne avevano diritto hanno ricevuto il bonus

Per questo motivo si è attivato l'Erario al fine di ottenere restituzione delle somme indebitamente percepite.


Molti contribuenti, tuttavia, sono venuti a conoscenza dell'amara scoperta solo in sede di dichiarazione dei redditi, come denunciato da Federconsumatori.

Il problema maggiore è rappresentato da quegli oltre 341mila contribuenti incapienti, con reddito inferiore ad 8mila euro: costoro guadagnano talmente poco da non dover pagare imposte (in questo caso, infatti, la detrazione fiscale per redditi da lavoro dipendente va a superare le tasse che costoro dovrebbero pagare).

Sono, quindi, i lavoratori più poveri e già in difficoltà a trovarsi nell'assurda situazione di dover restituire in unica tranche gli importi ricevuti in anticipo.


Un onere indubbiamente gravoso, che provocherà a famiglie e contribuenti coinvolti ulteriori e notevoli difficoltà economiche, soprattutto a causa della previsione che richiede che le somme vengano restituite in unica soluzione e non, ad esempio, prevedendo un piano rateale.

Per i contribuenti che stanno percependo il bonus e ritengono, già da ora, che non rientreranno nel limite previsto nell'anno di imposta 2016, è possibile comunicare al Fisco la rinuncia al bonus Renzi di 80 euro tramite il sito dell'INPS.




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