L'imposta di successione è l'imposta dovuta allo Stato da chi riceve in eredità beni mobili e immobili (altri diritti reali o denaro). Il calcolo è effettuato dall'Agenzia delle Entrate sulla base della dichiarazione di successione

Cos'è l'imposta di successione

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Quando a seguito della morte di un soggetto le sue proprietà e i suoi diversi diritti su beni mobili e immobili si trasferiscono agli eredi, questi ultimi sono tenuti a versare l'imposta di successione, prevista dal nostro ordinamento fiscale.

Ciò vale sia in caso di successione legittima che in caso di successione testamentaria, ovverosia sia nel caso in cui il defunto non abbia fatto testamento sia nel caso in cui lo abbia invece redatto.

Più nel dettaglio, l'imposta di successione si applica sul cd. asse ereditario, cioè sulla differenza tra l'attivo ereditario e il passivo ereditario, tenendo conto delle franchigie e delle esenzioni che la legge prevede.

Attivo ereditario e passivo ereditario

Si ricorda che rientrano nell'attivo ereditario tutti i beni che erano di proprietà del de cuius quando questi era ancora in vita, come ad esempio il denaro, i beni immobili, mobili o mobili registrati di qualsiasi genere ad eccezione dei titoli di Stato e le azioni e le partecipazioni societarie.

Sono invece esclusi dall'attivo ereditario (e il loro valore non viene quindi computato ai fini dell'imposta di successione) i titoli del debito pubblico, gli altri titoli garantiti dallo Stato o ad essi equiparati, nonché le aziende, i rami di aziende e le quote di partecipazione in aziende nel caso in cui per almeno 5 anni gli eredi proseguano nell'esercizio della relativa attività.

Venendo al passivo ereditario, questo è invece rappresentato dai debiti contratti dal defunto, dalle spese mediche sostenute per la sua salute dagli eredi nei sei mesi precedenti il decesso e dalle spese funerarie.

Dichiarazione di successione

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Presupposto indispensabile per il pagamento dell'imposta di successione è la presentazione della dichiarazione di successione, da farsi obbligatoriamente entro un anno dalla data di apertura della successione che coincide generalmente con quella del decesso del de cuius.

Di essa devono farsi carico, ai sensi dell'art. 28, comma 2, del TUS, innanzitutto gli eredi, ma anche i legatari, i trust e i curatori di eredità giacente o gli altri esecutori testamentari. Anche in presenza di più eredi o soggetti legittimati è possibile presentare un'unica dichiarazione.

La dichiarazione di successione, dal 23 gennaio 2017 è presentabile direttamente online tramite i servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate (ovvero tramite un intermediario abilitato o direttamente dal contribuente presso l'ufficio competente dell'Agenzia), e nella stessa vanno indicati le generalità degli eredi, l'attivo ereditario, il passivo ereditario e le donazioni e le liberalità che gli eredi abbiano eventualmente ricevuto prima della morte del de cuius da parte dello stesso.

In ogni caso, se l'asse ereditario è inferiore o pari a 100mila euro e in esso non rientrano beni immobili, il coniuge, i figli, i genitori e gli altri parenti in linea retta del defunto non sono tenuti a presentare la dichiarazione di successione.

Come si calcola l'imposta di successione

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Ma come si calcola l'imposta di successione?

La risposta non è unica: l'ammontare della somma da versare, infatti, varia a seconda di chi sia il soggetto tenuto al versamento.

In particolare il coniuge e gli altri parenti in linea retta la devono versare solo se il valore dell'eredità supera un milione di euro e l'aliquota che in tal caso si applica è quella del 4%.

I fratelli e le sorelle, invece, sono tenuti a corrispondere l'imposta solo se il valore dell'eredità supera i 100mila euro e nella misura del 6%.

Non si applica alcuna franchigia per tutti gli altri parenti in linea retta, per gli affini in linea retta e per quelli in linea collaterale sino al terzo grado, tenuti a corrispondere un'imposta pari al 6% dell'asse ereditario, e per tutti gli altri soggetti, tenuti a corrispondere un'imposta pari all'8 % dell'asse ereditario.

In ogni caso, quando l'erede è portatore di handicap grave, l'imposta va pagata solo se il valore dell'asse ereditario supera un milione e cinquecentomila euro.

Come si paga l'imposta di successione

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La liquidazione avviene, ad opera dell'Agenzia dell'entrate, entro il terzo anno successivo alla presentazione della dichiarazione.

Ricevuta la notifica dell'atto, il pagamento va fatto entro 60 giorni dalla data in cui è notificato l'avviso di liquidazione. Scaduto il termine, sono applicabili oltre alle sanzioni, anche gli interessi di mora.

Se la dichiarazione è presentata all'ufficio dell'Agenzia delle Entrate, il pagamento dell'imposta di successione, così come di tutte le altre imposte derivanti dalla dichiarazione stessa (imposta ipotecaria, imposta catastale, ecc.) può essere effettuato in banca, all'ufficio postale o all'agente della riscossione anche tramite modello F24 r(indicandosi i relativi codici tributo). Se il pagamento avviene con addebito sul conto corrente, occorre compilare l'apposito modello da consegnare all'ufficio.

Imposta di successione a rate

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A scelta, è possibile rateizzare l'imposta di successione di valore almeno pari a mille euro (poichè la rateazione non è ammessa per importi inferiori), facendone richiesta al momento in cui si sarebbe dovuto procedere all'intero pagamento. La domanda, in ogni caso, va fatta versando la prima rata che deve corrispondere al 20% del dovuto entro 60 giorni dalla notifica dell'avviso di liquidazione. La parte restante, invece, è versata in 8 rate trimestrali (o 12 per importi superiori a 20mila euro).

Dal beneficio della rateazione, si decade con l'omesso pagamento anche di una sola rata, al quale consegue anche l'applicazione di sanzioni e interessi. Tuttavia, la decadenza è esclusa in caso di "lieve inadempimento", ossia in caso di insufficiente versamento della rata (non superiore al 3% e comunque a 10mila euro) o di tardivo versamento della somma pari al 20% non superiore a 7 giorni.

Imposta ipotecaria e imposta catastale

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Occorre infine dare conto del fatto che, oltre che dall'imposta di successione (e anche quando questa non è dovuta), la successione che ha per oggetto beni immobili è gravata anche dall'imposta ipotecaria e dall'imposta catastale nella misura, rispettivamente, del 2% e dell'1% o nella misura fissa di 200 euro se si può beneficiare delle agevolazioni sulla prima casa.

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Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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