L'istituto che dà alle banche la possibilità di prendersi beni e azioni dei debitori senza passare dal giudice dovrebbe debuttare oggi in Cdm

di Marina Crisafi - Dopo vari rinvii e infinite limature dovrebbe debuttare oggi il c.d. decreto banche nel consiglio dei ministri fissato per le ore 18.

Al suo interno, primo pilastro è il "famigerato" rimborso agli obbligazionisti delle quattro banche in risoluzione (Marche, Carichieti, Carife ed Etruria).

Lo spartiacque per il ristoro ai risparmiatori dovrebbe essere l'agosto 2013 (data del debutto della direttiva Ue sulla condivisione degli oneri), nel senso che chi ha sottoscritto prima i bond (ossia i due terzi degli oltre 10.500 obbligazionisti) vedrà scattare l'indennizzo automatico, mentre tutti gli altri dovranno rivolgersi all'Anac cui spetta gestire le procedure di arbitrato.

Ma non solo. Nel decreto dovrebbero confluire apposite misure per il rafforzamento del credito, al fine di agevolare la stabilità del sistema creditizio sveltendo il recupero dei crediti verso le imprese, crediti che oggi vedono oltre 200 miliardi di sofferenze lorde.

A tal fine, si dovrebbe assistere al debutto di un istituto inedito nell'ordinamento italiano, "il c.d. "pegno non possessorio".

Si tratta di una sorta di garanzia concessa ai creditori sui beni mobili del debitore destinati all'esercizio dell'impresa, come i macchinari (ma esclusi quelli registrati, come le auto) e anche quote di controllo delle società.

In sostanza, ciò darebbe la possibilità alle banche creditrici, in caso di insolvenza, di acquisire i beni (o le quote) delle imprese debitrici senza passare dal giudice.

L'istituto, ovviamente, ha già suscitato le critiche dei consumatori, tra cui Confedercontribuenti che tramite il suo presidente Carmelo Finocchiaro ha parlato di "polpetta avvelenata", poiché renderebbe di fatto le "imprese ostaggio delle banche".

Tra le altre misure che dovrebbero trovare posto nel decreto, ci sarebbero anche novità in materia di diritto fallimentare, con l'inserimento di norme che accelerano le procedure per i pignoramenti, l'estensione della possibilità di chiedere la dichiarazione di fallimento ai sindaci e revisori dei conti, nonché competenze più ampie per i tribunali delle imprese.

A trovare spazio, in un'ultima parte del decreto dovrebbero essere infine alcune misure urgenti sulla procedura civile che verrebbero stralciate dall'apposito ddl di riforma per essere approvate in via d'urgenza, come l'obbligo del rito sommario di cognizione per tutte le cause del giudice unico e le sanzioni per le liti temerarie.


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