In molti paesi europei è questo il limite fissato per la distanza di sicurezza nei sorpassi delle due ruote. In Italia tali limiti sono assenti

di Valeria Zeppilli - La bicicletta è un mezzo di trasporto che sta conquistando sempre più italiani.

Tra chi la usa per praticare sport e chi la inforca per compiere i normali spostamenti quotidiani, incontrare ciclisti per le strade della città è ormai frequentissimo.

Le biciclette, però, sono spesso nemiche degli automobilisti, che cercano il momento migliore per sorpassarle. Ma come fare per procedervi senza infrangere le norme e soprattutto senza compromettere la sicurezza?

In realtà, in Italia, non c'è un vero e proprio riferimento normativo espresso che regolamenta il sorpasso di tali mezzi di trasporto. Per capire come comportarsi, quindi, occorre guardare all'articolo 148 del codice della strada che regolamenta in generale il sorpasso.

Il codice della strada

I commi della predetta norma che possiamo prendere come riferimento per tenere una condotta rispettosa delle regole sono tre: il tre, il cinque e il dodici c).

Nel primo si prevede, nel dettaglio, che il conducente che sorpassa un altro veicolo o un altro utente della strada (quindi anche un ciclista) deve, innanzitutto, fare l'apposita segnalazione e, poi, portarsi sulla sinistra del mezzo interessato e superarlo rapidamente tenendosi ad adeguata distanza laterale, riportandosi il prima possibile sulla destra.

Nel quinto comma, invece, si stabilisce che i veicoli lenti (quindi anche le biciclette), se ciò risulta necessario, devono appartarsi il prima possibile per lasciar passare quelli che seguono.

Infine, il comma dodici c) sancisce che è possibile sorpassare i veicoli a due ruote non a motore anche in prossimità o in corrispondenza delle intersezioni. L'unica condizione da rispettare è che il sorpasso non renda necessario spostarsi sull'altra carreggiata, destinata al senso opposto di marcia.

Necessità di limiti espliciti?

Dall'analisi delle predette disposizioni, le uniche inerenti il sorpasso delle biciclette, risulta evidente che nel nostro ordinamento manca del tutto una individuazione ben precisa della distanza minima che gli automobilisti che sorpassano i ciclisti devono mantenere, nonostante i pericoli per la sicurezza che derivano dalla manovra.

Diversamente da quanto avviene in altri paesi europei, che sono più attenti a regolamentare i rapporti automobilisti/ciclisti.

Ad esempio in Spagna non è raro trovare appositi segnali che raccomandano alle auto di mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo dalle biciclette che viaggiano ai lati della carreggiata. In tale paese, del resto, nel progetto che ha portato alla modifica del regolamento generale della circolazione si affermava testualmente che l'automobile in città "non è più protagonista e i pedoni e i ciclisti iniziano a ricoprire un ruolo di grande importanza". La stessa distanza di sicurezza è sancita in Francia.

Ormai è innegabile che il ruolo da protagonisti i ciclisti lo stanno iniziando a rivestire anche in Italia. Chissà che non sia il caso di prevedere qualche norma in più a tutela della sicurezza?

Valeria Zeppilli

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