L'emendamento Pd che fa tornare (non senza polemiche) il ddl di riforma sulla legittima difesa in commissione giustizia

di Marina Crisafi - A scriminare la legittima difesa nei confronti di chi, sorpreso a casa propria da un ladro, usa un'arma, sarà il "grave turbamento psichico" provocato dal rapinatore. È questo l'emendamento proposto dal Pd che "riscrive" il ddl di riforma sulla legittima difesa, scatenando la bagarre in aula e facendo tornare (con 160 voti di scarto) la proposta in commissione giustizia su richiesta di Area popolare e con il placet dello stesso Pd.

A bloccare i lavori proprio la mancata "quadra" sul punto visto che il provvedimento originario proposto dalla Lega mirava a modificare l'art. 52 del codice penale rendendo sempre non punibile chi si difende di fronte ad un'aggressione nella propria abitazione.

Il testo del Pd, invece, esclude la colpa soltanto se l'errore, nel valutare la situazione di pericolo, da parte dell'aggredito è una conseguenza del turbamento grave causato dal ladro, lasciando in sostanza ampia discrezionalità al giudice nel decidere caso per caso.

Paletti non graditi dai leghisti, cui si sono affiancati gli alfaniani, che hanno rivendicato la primogenitura del testo e protestato contro quello che è stato visto come un tentativo da parte della maggioranza di affossare le iniziative dell'opposizione.

In definitiva, sul ddl i giochi sono ancora aperti. Intanto, proprio ieri la procura di Vicenza ha chiesto l'archiviazione del processo nei confronti del benzinaio che a febbraio dello scorso anno aveva sparato a un rapinatore per difendere la commessa della gioielleria vicina alla sua area di servizio. Per il giudice, il colpo fatale all'uomo va inquadrato come legittima difesa.


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